Nel gioco le donne sono in grado di uccidere con i loro capelli. L’obiettivo finale è uccidere Khamenei
Nasce un nuovo videogioco ispirato alle proteste in Iran. Si chiama Zahhak e vede donne e uomini della repubblica islamica dell’Iran (IRI) combattere e uccidere alcuni dei suoi alti funzionari. Tra questi ultimi spicca il nome dell’Ayatollah Ahmad Jannati, un politico iraniano conservatore noto per le sue posizioni tradizionaliste anti-Lgbtq+. In passato aveva elogiato le autorità iraniane per aver giustiziato alcuni dissidenti politici e si è sempre esposto totalmente a favore dell’hijab obbligatorio per le donne. È a partire dallo scontro su quest’ultima questione che a Teheran sono scoppiate le proteste in tutto il Paese a partire da settembre 2022. Nello specifico, dopo l’omicidio di Mahsa Amini, la 22enne di origini curde morta sotto custodia della polizia morale dopo essere stata fermata perché non indossava correttamente il velo. E anche lo sviluppo del videogioco segue l’evoluzione dei fatti reali.
L’obiettivo è uccidere Khamenei
«Dopo l’omicidio di Mahsa Amini, le leonesse del villaggio insorgono per il suo sangue», si legge nella descrizione del gioco. «In questo gioco iraniano, il giocatore può aprire un turbante e gettare a terra i mullah colpendo i mullah pro-Zahhak. Una leonessa può anche uccidere i mullah con i suoi capelli». L’obiettivo finale è riuscire a raggiungere l’ufficio della guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei. Lo stesso che nei giorni scorsi ha dichiarato: «Il mondo occidentale moderno, ipocrita sostenitore dei diritti delle donne, dovrebbe essere incolpato per la situazione delle donne in Occidente, poiché le ha veramente danneggiate». Una volta raggiunto nel videogame, l’utente deve ucciderlo e rovesciare così il regime.