I post della neo-segretaria del Pd, Elly Schlein, rappresentano un argomento di cui tutti dovremmo essere consapevoli: i messaggi che pubblichiamo sui social possono invecchiare male e il linguaggio si evolve nel tempo.
Per farvi un’idea, immaginate di aprire Instagram e di vedere l’anteprima di una storia arancione, con un orologio a forma di freccia. Su Facebook, invece, potrebbe arrivare una notifica con la scritta “Hai dei ricordi da rivivere oggi”. Questi sono i nostri “serbatoi dei ricordi”, dove la memoria tiene traccia di ciò che abbiamo condiviso sui social. Cliccando sull’anteprima o sulla notifica, potremmo ritrovarci di fronte a messaggi che avevamo dimenticato o che ci imbarazzano ora.
Ci sono volte in cui questi ricordi possono essere piacevoli, ma altre volte possono provocare un forte imbarazzo. Il passato digitale può tornare a perseguitarci, come il gracchiare di una cornacchia. Tuttavia, ciò non avviene su Twitter, nonostante il passaggio di proprietà a Elon Musk. Questo social network non dispone di una funzione in grado di riproporre i tweet pubblicati in passato.
Tutto questo per giungere al caso dei vecchi tweet di Elly Schlein, riemersi dagli abissi del web e tornati alla ribalta dopo la sua nomina a segretaria del Partito Democratico.
Diversi individui hanno utilizzato i vecchi post di Schlein a proprio vantaggio, ciascuno con il proprio metodo. Tuttavia, quello che ha suscitato maggior scalpore è senza dubbio il tweet rivolto a Enrico Letta e l’infelice modo in cui è stato formulato. In risposta ad un tweet del 2013 che annunciava la possibile nomina di Enrico Letta o Angelino Alfano a capo del governo, Schlein espresse una forte critica nei confronti del segretario che poi l’ha preceduta: “Se fanno premier Enrico Letta, con tutti i danni che ha fatto già solo nel Pd, la marcia su Roma la faccio io”. Naturalmente, questo tweet ha scatenato polemiche, spingendo alcuni utenti più curiosi a rivelare anche altri messaggi condivisi dalla neo-segretaria del Pd su Twitter, alcuni divertenti e altri meno.
I tweet tornati a galla
Dalle rivelazioni del passato digitale di Schlein emerge un quadro che, seppur informale, non è poi così distante da quello che abbiamo approfondito durante la sua campagna per le primarie. È emerso che non ha esitato a criticare la conduzione del Festival di Sanremo da parte di Fazio e Littizzetto, ha un debole per la musica dance degli anni ’70, non apprezza gli schiuma party, non considera Matteo Renzi un politico di riferimento, non è particolarmente vicina alla chiesa e non è una fan del Grande Fratello.
col suo nuovo account #Pontifex il #Papa segue 7 persone. e sono tutte lui. gli piace vincere facile sulla Home. pic.twitter.com/be3Jp6KI
— Elly Schlein (@ellyesse) December 3, 2012
Il passato digitale di Elly Schlein ha messo in luce una personalità forte e decisa, capace di esprimere liberamente le proprie opinioni anche in maniera spinosa. Durante la campagna per le primarie, abbiamo appreso che la neo-segretaria del Pd critica la conduzione di Sanremo di Fazio-Littizzetto, ama la dance degli anni ’70, non nutre simpatie per la chiesa e non ha interesse per il Grande Fratello. Tuttavia, pochi hanno menzionato un momento virale del suo passato social, quando rimase in attesa di una risposta da Matteo Salvini riguardo alla sua assenza alle riunioni sui negoziati di Dublino. Questo episodio ha dimostrato ancora una volta la determinazione e la tempra di Schlein. QUI IL VIDEO.
Contesto e autocritica
Queste “due vite”, per dirla come Mengoni, di Elly Schlein andrebbero quindi sì registrate, ma comunque contestualizzate. La sua figura all’interno di un partito come il Pd è sicuramente nuova: sia per l’anagrafica, sia per un linguaggio completamente diverso da quello con cui si è comunicato fino a oggi nel Nazareno. Con il passato digitale politici e personaggi in vista fanno i conti da diverso tempo, perché le scorie lasciate agli albori dell’avvento dei social network sono tante e, di queste, probabilmente nessuno aveva la consapevolezza di potersene pentire un giorno.
Appena poche settimane fa la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni era rimasta vittima di un suo video di propaganda contro le accise del carburante imposte dal governo, salvo poi smentire di non aver mai promesso un taglio sulle accise. I due episodi sono allo stesso tempo simili, ma diversi. Contestualizzandoli però le sfumature si fanno più nette. Si può però migliorare: se oggi non ci esprimiamo più come qualche anno fa è perché c’è stata un’evoluzione nel linguaggio e lo stesso è avvenuto nella comunicazione dei social. Quindi per evitare nuovi scivoloni – e questo vale per tutti quei politici che fanno della propaganda social un’eterna campagna elettorale – forse basterebbe dedicare un po’ di tempo a fare pulizia: non si tratta di cancel culture, ma della consapevolezza di essere cambiati e di un pizzico di autocritica.