Bastano dai 3 ai 13 minuti per appagare il desiderio erotico stuzzicato da una prestazione ‘mordi e fuggi’, toccasana per il corpo e per la routine di coppia
La parità sessuale raggiunge il culmine della realizzazione quando uomo e donna, insieme, prendono l’iniziativa di concedersi l’ebbrezza di un’allegra ‘sveltina’, l’uno istigato dall’altra ad abbandonare rituali di corteggiamento ed eventuali approcci di riscaldamento.
Il ‘protocollo’ della pratica fugace prevede che sguardi accendano voglie, gesti lancino messaggi e parole opportune accompagnino nell’azione quei pensieri peccaminosi già artefici di un’euforia tutta mentale, così da dare forma alla fantasia a scapito della durata della performance, in questo caso inversamente proporzionale all’intensità dell’eccitazione.
A riabilitare l’importanza del sesso ‘sciuè sciuè’, moralmente deprecabile per i sostenitori della notte d’amore, ci ha pensato un sondaggio condotto dalla Society for Sex Therapy and Research che rilevando nel lasso di tempo tra i 3 e i 13 minuti la durata ideale di un incontro sessuale, legittima il ‘mordi e fuggi’ come l’attività strettamente necessaria per una piena soddisfazione erotica, corroborante per la salute psicofisica e concentrato di vitalità per la barbosa routine di letto.
Mia moglie è impazzita in un club di scambisti lo ha fatto con altri di fronte a me
La ricerca si è basata sulle abitudini e la soddisfazione sessuale dei pazienti di 50 sessuologi e medici di famiglia statunitensi e canadesi ai quali è stato chiesto quale un giudizio sulla durata ideale di un rapporto sessuale e le risposte sono state “1-2 minuti: troppo breve; 3-7 minuti: adeguata; 7-13 minuti: desiderabile; 10-30 minuti: troppo lunga”.
Per ciò che attiene ai vantaggi fisici, invece, le differenze tra uomo e donne sono ovvie, dato che non sempre basta una sveltina perché entrambi raggiungano la stessa soglia del piacere.
Tuttavia, l’appagamento sessuale femminile, esulando a volte dal raggiungimento dell’orgasmo, può dirsi comunque soddisfatto proprio grazie ad una componente emozionale e psicologica che in questo caso gioca un ruolo fondamentale: via libera, dunque, allo sfogo passionale che incontra quello di lui, per il quale, al contrario, bypassare i preliminari e non dover controllare l’eccitazione e l’erezione corrisponde ad una situazione perfetta che lo tiene al riparo da qualsiasi ansia da prestazione e da imbarazzanti défaillance.
“Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. E subito, m’aveva reso indifferenti le vicissitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita. Non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale. Da dove m’era potuta venire quella gioia violenta? Sentivo che era connessa col gusto del tè e della maddalena. Ma lo superava infinitamente, non doveva essere della stessa natura. Da dove veniva? Che senso aveva?” – Alla Ricerca del Tempo Perduto, Marcel Proust.
La sveltina come la petite madeleine di Proust; e non me ne voglia Marcel per questo azzardo sinestesico, che mi porta a paragonare una prosaica scopata in time frame con il lirismo di un’esperienza del gusto che confonde il tempo e le emozioni. Non lo faccio per sedurre con un incipit d’effetto, bensì perché nel passo de La Recherche che descrive il corto circuito sensoriale innescato dal biscotto inzuppato nel tè, giace il senso del mio elogio. Cosa è in fondo la sveltina se non un momento d’estasi fugace, una sensazione che cattura nell’impazienza del piacere immediato? D’accordo, forse sto esagerando; eppure, secondo me, un parallelismo c’è. La sveltina è un frammento di tempo puro, una contingenza che ci tuffa nell’altrove; siamo qui, dove non dovremmo essere, a fare quello che non si potrebbe fare – cioè scopare. E se Marcel si scopre in grado di recuperare il passato e riviverne i colori transitando attraverso una banale esperienza del presente, allora anche una semplice sveltina può diventare un momento fondante dell’esistenza. Perché ogni volta che il desiderio irrefrenabile ti coglie, ti ricorderai di quando sei stato prigioniero del medesimo impulso; e anche se il sesso veloce raramente entra a far pare degli annali, la sveltina resta comunque uno dei più esilaranti divertissement sessuali. Ovvio che devi metterci un po’ di trasporto mentale; ma ci sono almeno quattro buoni motivi per santificare il sesso mordi e fuggi. Eccoli:
1. ADRENALINA
L’avete mai fatto nell’androne di un palazzo, che magari non è neppure il vostro? O bloccato l’ascensore per un po’ di sesso orale? Vi siete mai amati “nel cesso di una discoteca o sopra il tavolo di un bar”? Se la risposta è no, molto male: non sapete cosa sia l’adrenalina. Avete presente Crash, il film di David Cronenberg che racconta le vicende di una banda di fulminati che si masturba su automobili lanciate a tutta velocità su strade trafficate, che diventano poi luogo d’elezione di estemporanee performance di car-sex estremo? Bene: perché in Crash ci sono le più intense sveltine della storia del Cinema. Roba che ti fa venire voglia di andare a prendere il tipo che ti piace direttamente in ufficio. Il bello della sveltina sta tutto qui, nel brivido della trasgressione. La più bella delle sveltine infatti, è la sveltina clandestina. Per riuscire nell’intento devi farla sporca: deve essere improvvisa, mal organizzata e fuori luogo. Perché le cose non proprio perfette sono spesso le più gustose: come la frutta e la verdura bio.
2. DOPAMINA
Si dice che il sesso sia come la droga; è vero, purtroppo. La copula attiva gli stessi circuiti cerebrali sensibili alle sostanze psicoattive e stimola i centri del piacere e della gratificazione dopaminergica: in parole povere, genera uno stato simile all’euforia psicotropa. Cocaina, caffeina, nicotina, cioccolato e sesso sono tutti lì, nella grande area del vizio; se qualcosa manca all’appello si cerca di compensare con altro. Dovreste avere presente le manie autodistruttive tipiche dei periodi di frustrazione e magra sessuale .. Ecco: siamo fatti di chimica, e alla chimica rispondiamo. Ed è ovvio che una tavola di finissimo cioccolato svizzero è meglio dei cioccolatini del discount; così come è ovvio che una scopata di un’ora sia preferibile a una sveltina. Ma, a livello molecolare, la risultante è la stessa, perché quello che conta è la soddisfazione del piacere. L’importante è finire, cantava Mina; ricordandosi che esistono trucchi di mano per farlo all’unisono ed aiutare le ragazze, che sono un po’ più lente degli uomini, a venire in fretta anche loro.
3. OSSITOCINA
Quando il sesso è bello ci fa fare tanta ossitocina, il neurotrasmettitore della filantropia e dell’attaccamento emotivo. Le donne ne producono moltissima durante la gravidanza e l’allattamento, ma anche in condizioni più normali, mediante la stimolazione di capezzoli e clitoride. Gli uomini ne fanno tranquillamente a meno, anche se alcuni sembrano essere geneticamente più predisposti di altri alla sua produzione. Il sesso mette democraticamente d’accordo i generi, perché durante l’orgasmo la concentrazione corporea di ossitocina aumenta vertiginosamente per entrambi. E’ a lei che dobbiamo quella straordinaria sensazione di benessere e di leggerezza; è lei che ci fa sentire soddisfatti, appagati, riconoscenti verso il partner e, in casi estremi, sostanzialmente innamorati. L’ossitocina è una sostanza miracolosa e se la vendessero in fiale come il popper, il mondo sarebbe forse un posto migliore. Dunque ben vengano tutte quelle occasioni miracolose che predispongono alla sua produzione, sveltina compresa.
4. SEROTONINA
Lo sapevate che il calo del desiderio può essere un sintomo di deficit di serotonina? E che un basso livello di questo neurotrasmettitore può causare eiaculazione precoce? La serotonina è pressoché fondamentale per sentirsi e comportarsi come persone normali, ben disposte verso il prossimo e pronte ad affrontare con grinta i casi della vita. Svolge un ruolo essenziale nella regolazione dell’umore, del ciclo sonno-veglia, della temperatura corporea, del senso di sazietà e dell’appetito sessuale; ed è coinvolta in numerosi disturbi neuropsichiatrici, come l’emicrania e il disturbo bipolare. Un deficit di serotonina può trasformarci in maniaci sociopatici con tendenze ossessivo-compulsive, scatenare attacchi di ansia, di fame nervosa, e causare depressione. Il suo processo di sintesi è simile a quello dell’adrenalina: è favorito dalle emozioni e legato alla previsione di una certa risposta corporea che interessa il sistema cardio-circolatorio e l’apparato respiratorio. E’ molto importante perciò prendersene cura. Invece che con il Prozac, provate col Sesso. Non c’è cosa più divina che farsi una sveltina.