Ah, le famose “scie chimiche”, oggetto di scherno e risate per anni. Principalmente addebitate al Movimento Cinque Stelle. Ma ora sembra che persino i partiti meno sospettabili siano spaventati da queste terribili scie. È il caso della Democrazia Cristiana siciliana, che ha appena eletto come presidente Totò Cuffaro, un ex governatore condannato per favoreggiamento a Cosa Nostra. Che scelta di leadership impeccabile!
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Attenzione a non chiamarle “scie chimiche” In questi ultimi tempi, il capogruppo dei democristiani cuffariani, Carmelo Pace, ha depositato un’interrogazione urgente presso l’Assemblea Regionale Siciliana. Un atto di grande importanza, nonché “risposta scritta e urgente”, indirizzato al presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, e all’assessore regionale per il Territorio e l’Ambiente, Elena Pagano. Nel testo dell’interrogazione, non si fa mai riferimento alle “scie chimiche”, ma si tratta di tutto il resto. Del resto, il titolo dell’interrogazione lascia poco spazio all’immaginazione: “Notizie sulla natura delle emissioni atmosferiche, verifica delle loro componenti tossiche sia a danno dell’ambiente che a danno della vita umana ed animale”.
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Il rapporto dell’Agenzia per l’Ambiente L’interrogazione dei democristiani siciliani si basa su uno studio dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA). E, secondo Pace, il report è particolarmente interessante per la parte in cui si menziona “la possibilità di localizzare le fonti di emissioni aereali in un’area ben definita del territorio”. È di vitale importanza, secondo l’interrogazione, “conoscere i valori inquinanti rilasciati dagli aerei durante i voli, al fine di stimarne la tossicità per l’ambiente, la vita umana e animale, con particolare riferimento alle particelle atmosferiche, alle polveri sottili, ai metalli combusti e a qualsiasi tipo di fonte inquinante rilasciata nella troposfera”.
Sulle tracce delle scie Per il consigliere regionale democristiano, questa è una questione di estrema urgenza per la Sicilia: “L’osservazione del nostro cielo – afferma – è un tema particolarmente popolare nel mainstream, e su di esso si susseguono numerose teorie, anche se alcune sembrano prive di valore scientifico, altre sollevano interrogativi non irrilevanti”. Quindi, il consigliere democristiano chiede al governo di Schifani di “valorizzare la divulgazione dei dati e delle informazioni raccolti dall’Agenzia regionale per il territorio e l’ambiente” e di “intrattenere un dialogo con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e con l’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale”.
Le preoccupazioni del centrodestra Mentre il consigliere regionale democristiano evita di utilizzare il termine “scie chimiche” per ciò che altri chiamano così, alcuni esponenti locali del centrodestra non hanno alcun problema a farlo. È il caso di un consigliere comunale di Sciacca, in provincia di Agrigento, Maurizio Michele Blò, che attualmente fa parte del gruppo Misto. È stato eletto in consiglio dopo essersi candidato con una lista che sosteneva il candidato sindaco Matteo Mangiacavallo, un ex grillino sostenuto anche da Fratelli d’Italia e da un partito centrista-autonomista. Nella sua interrogazione, Blò riprende quanto fatto dal consigliere democristiano Pace e menziona anche casi di possibili “manipolazioni ambientali”, facendo riferimento al “Progetto pioggia”, che risale al 2005 e che è stato promosso dalla giunta di Fitto, l’ex governatore e attuale ministro nel governo di centrodestra. Le due interrogazioni si sovrappongono su molti punti, confermando che il tema è di grande importanza in quelle zone. Ma il consigliere comunale di Sciacca non si gira intorno quando chiede al sindaco della città termale: “Quali accertamenti sono stati effettuati e quali riscontri sono stati ottenuti dall’esame delle scie chimiche riguardo al loro livello di inquinamento dell’aria e alla pericolosità per la salute pubblica”. Le scie chimiche sono tornate.