Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, fornisce alcuni chiarimenti sull’utilizzo delle mascherine a scuola: gli studenti dovranno indossarle quasi sempre, anche al banco. Ma potranno levarla in alcuni casi specifici. Tra questi rientra, per esempio, il momento dell’interrogazione.
La scuola si appresta a ripartire dal 14 settembre. Con regole stringenti, nuovi spazi e qualche eccezione. Tra le regole più controverse e contestate ci sono quelle riguardanti l’uso della mascherina. Su cui, comunque, rimane qualche dubbio. A partire dalla necessità di indossarle in determinati contesti. Così sono necessari alcuni chiarimenti, come quelli forniti oggi da Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, intervistato da Sky Tg24. L’esperto ribadisce che i ragazzi e le ragazze al di sopra dei sei anni dovranno usare la mascherina. Ma “ci saranno delle condizioni particolari, come ad esempio l’uso o non uso della mascherina per una ragazzo o una ragazza non utente, per un bambino o una bambina con delle difficoltà neurologiche o psicologiche oppure durante l’interrogazione”. Niente mascherine durante l’interrogazione, dunque: in quel momento sarà possibile toglierla.
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L’obbligo di indossare la mascherina in classe
Ma l’obbligo di indossare la mascherina dovrà essere valutato anche in base all’opportunità del momento e della situazione, al di là delle regole generali: “Ci saranno dei momenti del contesto locale e specifico che saranno di volta in volta valutati. Ovviamente non c’è la mascherina a mensa o mentre si fa ginnastica, però l’indicazione è di utilizzarla”. Le dichiarazioni di Miozzo, quindi, lasciano intendere che la mascherina andrà indossata anche al banco, nonostante negli scorsi giorni si fosse parlato della possibilità – per gli studenti – di levarla in questi momenti, soprattutto per i più piccoli, come spiegato dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
Cts: aprire le scuole è dovere per Paese
Il coordinatore del Cts sottolinea come il punto fondamentale resti l’apertura delle scuole a settembre, priorità assoluta per il Paese: “Dobbiamo aprire le scuole. È un dovere del nostro Paese, è un imperativo che il nostro Paese deve avere nei confronti di otto milioni di studenti e di due milioni di insegnanti e di operatori del mondo della scuola. È evidente che questo dovere si deve confrontare con una situazione instabile, incerta, insicura e con dei dati che stanno evolvendo in maniera per certi aspetti preoccupante ma anche con degli elementi di consapevolezza che abbiamo raggiunto un buon livello di controllo della malattia nel nostro Paese e un’eccellente capacità di intervento rapido in situazione di emergenza laddove si verificano dei focolai”. Per poter aprire in sicurezza, quindi, bisogna “fare in modo che da oggi al 14 settembre i nostri comportamenti e i comportamenti dei nostri giovani siano comportamenti virtuosi”.
Classi in quarantena, Miozzo: valutazione caso per caso
Miozzo parla anche di un’altra ipotesi di cui si è discusso in questi giorni, quella di mettere in quarantena una classe o un intero istituto in caso di studenti positivi. L’esperto spiega: “Oggi pomeriggio il comitato discuterà del documento elaborato dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l’Inail che è il documento che dice come dobbiamo affrontare i casi, che sicuramente ci saranno. Abbiamo otto milioni di studenti e due milioni di persone che lavorano, non possiamo immaginare che non avremo un caso, due casi o dieci casi. Questo è quasi una certezza. Ma il caso non vorrà dire chiudere le scuole di un paese, della regione o della provincia, ma bisognerà di volta in volta esaminare il contesto, la specifica situazione e se necessario mettere in quarantena una classe o se necessario mettere in quarantena l’intera scuola. Questo sarà discusso di volta in volta con le strutture sanitarie locali e con il dirigente didattico e di volta in volta verrà studiata la soluzione più opportuna”.
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