La sua tesi in Storia del Mezzogiorno è quasi pronta, ma la data di presentazione si deve ancora stabilire. E’ quello che è capitato a Giuseppe, 26 anni, di Poggiomarino che rischierebbe di ripartire dalle superiori. Oggi Giuseppe, provato dall’infinita burocrazia, lancia un appello alla ministra dell’Università Maria Cristina Messa.
“Lasciatemi discutere la tesi, e affrontiamo dopo tutte le questioni burocratiche che mi tengono fermo. Lasciatemi almeno il gusto di un obiettivo raggiunto dopo tanta fatica”, dice guardando la tesi completa in ogni capitolo e rilegata ormai da un anno.
È la richiesta di un esito definitivo a una vicenda che dopo anni non è mai giunta a un punto e a capo. Tutto parte nel giugno 2015, quando Giuseppe non viene ammesso all’esame di Maturità dell’Istituto tecnico industriale Enrico Fermi.
“Alla fine del IV anno, ero stato promosso senza affanni e con 7 punti di credito. Anche la pagella del primo quadrimestre dell’ultimo anno non lasciava presagire la bocciatura“, racconta ai quotidiani locali il giovane. Poi arriva la bocciatura. Giuseppe non ci sta e fa ricorso.
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L’assurda storia della laurea di Giuseppe
Il Tar con una sospensiva gli consente di sostenere l’esame, ma la tensione durante la Maturità si taglia col coltello e ovviamente aumentano ancora gli scontri. L’esito è la bocciatura. Nel frattempo continua l’iter giudiziario e i provvedimenti cautelari del Tribunale amministrativo fanno ottenere a Giuseppe l’iscrizione con riserva alla facoltà di Storia della Federico II.
A poco a poco Giuseppe si sente rinato. Supera gli esami della triennale e la vicenda delle superiori sembra superata, ma si ripresenta puntuale al momento di discutere la prima tesi. Infatti serve un altro pronunciamento del Tar per discutere il suo elaborato e, poi, iscriversi alla Magistrale, dove il percorso procede liscio. Nel frattempo, nel 2019 Giuseppe consegue anche un diploma di maturità privato.
Ora è ( di nuovo) tutto fermo. E dalla burocrazia universitaria arriva un invito: ricominciare tutto dall’inizio, rifare il quinto anno, la Maturità, gli esami del Triennio e poi anche quelli della Magistrale, e le relative tesi. “Potessi rifarei anche le elementari”, racconta con una malinconica ironia all’ Avvenire. Così arriva l’appello di Giuseppe alla ministra Messa affinché possa risolvere la situazione rimasta irrisolta.