Vi racconto cosa succede nei nostri aeroporti.
Se non lo avessi vissuto sulla mia pelle non ci crederei. Ma ho deciso di raccontare la mia storia per denunciare la totale assenza di controllo e di buonsenso che vige nel nostro paese.
La partenza in aereo
Mi sono dovuta spostare per lavoro. All’aeroporto di Palermo, dal quale sono partita, mi sono presentata con autocerficazione debitamente compilata. Mi è stata data un’altra autocertificazione dalla compagnia aerea anche al banco di accettazione. Subito dopo i classici controlli al metal detector, abbiamo fatto una fila ai banchi della polizia che controllava le autocertificazioni. Se non fosse stato per la fila fitta di persone per nulla distanziate, tutto ok. Aereo strapieno. Ma questo si sapeva. Le compagnie non volano con gli aerei vuoti. Avevamo tutti la mascherina e siamo stati abbastanza disciplinati.
Il rientro a Palermo
Per il rientro mi preparo in tempo per espletare tutte le questioni burocratiche legate alla sicurezza mia e di tutti gli altri. Tre giorni prima del volo di ritorno mi registro sul portale dei rientri in Sicilia, inserendo tutti i dati dettagliati, così come richiesto. E poi mi prenoto per il tampone rapido al drive in dell’aeroporto e inizio ad informarmi sulle procedure da attuare in caso di positività al tampone. Lì la prima cosa che mi fa rimanere allibita. Se dovessi risultare positiva posso prendere i mezzi pubblici per raggiungere il mio domicilio. Ma, onestamente, come farei a pensare di prendere un mezzo con altre persone se fossi positiva? Questo è. Allora mi premuro di preallertare una persona di fiducia per chiedergli la cortesia di venirmi a prendere in aeroporto. Qualunque sia l’esito del tampone rabbrividisco al pensiero di stare in uno spazio esiguo con persone che potenzialmente potrebbero essere tutte positive!
Oggi è stato il giorno del rientro in Sicilia. Da due notti sognavo tamponi e situazioni tragiche, perché ero in ansia rispetto al rientro e alla questione spostamenti. Mi preoccupavo della questione mezzi pubblici, non per me ma per tutti gli altri. Mai avrei pensato che la realtà potesse di gran lunga superare la mia preoccupazione. In negativo.
Controlli in aeroporto? Ecco cosa è successo oggi
Mi reco in aeroporto a Firenze con largo anticipo rispetto alla partenza del volo. Nessuno mi chiede nulla, nemmeno l’autocertificazione che anche in questo caso avevo debitamente compilato. Mentre sono al gate in attesa dell’apertura sento al telefono i miei genitori e gli dico che, al mio arrivo, dopo aver fatto il tampone, mi sarei comunque recata da loro a casa, ma pensiamo ad una eventuale modalità di quarantena. Una signora che mi sente parlare mi fa dei cenni e quando riattacco al telefono iniziamo a conversare. Mi diceva di non preoccuparmi e di non fare nessun tampone, si perde troppo tempo. Perché tanto non controllano! Altre persone si uniscono alla discussione e scopro che nessuno di loro aveva fatto la registrazione sul portale per i rientri in Sicilia. Ero l’unica. Figuriamoci poi l’intenzione di fare il tampone…sono quasi stata presa per pazza!
In aereo cresceva la mia preoccupazione. Per tutto. Poi ho cercato di razionalizzare e mi sono detta che quei miei compagni di aereo si sbagliavano, che appena arrivati a Palermo loro avrebbero dovuto registrarsi in qualche modo…Mi sbagliavo io invece!
All’arrivo in aeroporto nessun controllo. Tutti si sono dileguati per i fatti loro. Uscendo all’esterno del terminal degli arrivi mi incammino verso la zona test rapidi. Intorno a me il deserto. Ero l’unica ad avviarmi al drive in. Arrivo dopo circa 7 minuti. Ci saranno state una decina di persone al massimo. Di queste solo una di quelle che hanno preso il mio stesso aereo. Non faccio nemmeno fila, in 10 minuti avevo già fatto il tampone, avuto il risultato ed ero in macchina per rientrare a casa. Il mio tampone per fortuna è stato negativo. Rientro a casa con uno stato d’animo meno allarmato ma di certo più indignato.
Le contraddizioni del nostro sistema
Se ci spostiamo di un paio di km fanno multe, ci sono posti di blocco e controlli indicibili. Poi in aeroporto ognuno arriva e fa quello che gli pare. Siamo la regione con il numero di contagi più alto d’Italia, ma di preciso come pensiamo di uscircene da questa situazione? Abbiamo capito che non ci si può affidare la buonsenso dei singoli. Ma il buonsenso delle istituzioni dove sta? Sparito insieme ai controlli in aeroporto? Chi rispetta le regole qui in Sicilia, come al solito è un alieno, una mosca bianca. E poi ci meravigliamo dell’aumento dei casi. Chiunque da noi arriva e fa quello che vuole. E se nel mio aereo ci fossero stati passeggeri positivi? Nessuno sa dove sono andati, nessuno sa se effettivamente erano positivi oppure no. Nessuno sa nemmeno che sono arrivati. Tutti si saranno sparpagliati per la città o la regione, diventando potenziali untori di chiunque.
Ma abbiamo chiuso i ristoranti, abbiamo chiuso i teatri e i cinema. Adesso anche le scuole. E’ una contraddizione. Non mi sono mai erta a giudice di nessuno, men che meno di quei governanti che amministrano in questi tempi così delicati e difficili. Ma non ci vuole un genio o uno statista per capire che alcune cose andrebbero evitate. Basterebbe un minimo di buonsenso per capire che se qualcuno arriva in aeroporto, prima di essere mandato in giro per la regione, deve essere controllato.
Non voglio giudicare nessuno ma voglio denunciare una situazione incresciosa, che ho vissuto sulla mia pelle. Spero che le autorità competenti possano aggiustare il tiro. Spero che la salute pubblica non venga lasciata alla mercé del buonsenso individuale. E spero che il buonsenso delle istituzioni sia più sensato di quello individuale.
Altrimenti è la fine.