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Al mare con la mascherina. Per abbracciarci ci vorranno mesi. Ecco la fase 2


Coronavirus, il virologo: «Quest’anno andremo al mare con la mascherina. Per baci e abbracci ci vorranno mesi»

Il coronavirus comincia ad indietreggiare. Complici le misure di distanziamento sociale e il lockdown generalizzato in tutto il Paese, i nuovi casi e gli accessi ospedalieri non sono più quelli dell’inizio dell’emergenza. Un segnale importante che non deve però indurre ad abbassare la guardia. Nell’attesa che i nuovi contagi raggiungano lo 0, questo tempo dovrà essere sfruttato per “riorganizzare” la risposta al coronavirus in modo tale da evitare una seconda ondata in autunno: test rapidi di diagnosi, isolamento dei positivi e dei loro contatti stretti (anche grazie all’utilizzo della tecnologia), vaccino antinfluenzale per evitare un ulteriore sovraccarico degli ospedali e osservazione di alcune norme di distanziamento sociale saranno fondamentali in attesa di un vaccino per Covid-19.

Estate al mare con la mascherina. Le previsioni del virologo Massimo Clementi, professore ordinario, sono molto chiare. Se da un lato fanno ben sperare alla possibilità di potersi godere le vacanze (chi potrà) dall’altro però fa capire che non basterà la bella stagione a sconfiggere il virus.

Secondo quanto spiega in un’intervista, la situazione sarà ben diversa da quella a cui siamo abituati, caleranno i contagi, ma saremo tutti segnati da quello che sta accadendo in questi mesi. «Con la prudenza nel togliere le restrizioni. Può essere che a settembre torneremo a vivere come prima. Ci aiuteranno le misure prese, il caldo che influisce come per tutti i coronavirus e l’indebolimento del virus nel tempo. Non è mutato, si spera lo faccia e si attenui», chiarisce.

Le misure di contenimento cominciano a fare effetto. Ora è necessario preparare il dopo. App, test mirati, isolamento e vaccino antinfluenzale per evitare una nuova ondata e il caos negli ospedali

Per i baci e gli abbracci invece ci vorrà più tempo: «almeno fino alla scomparsa del virus», aggiunge. «Il virus è contagioso, ma ha bisogno di vicinanza e di tempo per trasmettersi tramite le goccioline. Anche la respirazione prolungata di un infetto in un ambiente chiuso può contaminare l’ambiente e le superfici», spiega Clementi che parla di una riapertura graduale dove solo alla fine saranno possibili di nuovo gli accessi a cinema, ristoranti e locali. 

L’importante è mantenere le misure di sicurezza, accertarsi che tutti, anche gli asintomatici, non siano più vettori del virus. Il rischio, altrimenti, spiega l’esperto, è di avere una seconda ondata che nel caso dell’influenza Spagnola fu addirittura peggiore della prima. 

GESTIRE L’EPIDEMIA

Il messaggio dunque è chiaro: sino all’arrivo di un vaccino -che potrebbe coincidere nella migliore delle ipotesi per il prossimo inverno- le giornate non saranno simili a quelle del pre Covid-19. “Il distanziamento sociale e l’attenzione continua alle norme igieniche dovranno essere la quotidianità dei mesi che ci separano dalla fine della prima ondata pandemica fino alla messa a punto del vaccino. In questa quotidianità dovremo mettere in sicurezza le persone fragili, predisporre percorsi ospedalieri dedicati, individuare strutture per la gestione delle quarantene ed effettuare una forte sorveglianza sanitaria che individui immediatamente i nuovi casi in modo da controllare e spegnere il focolaio sul nascere. Una strada lunga alcuni mesi ma necessaria

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