SEArcularMINE. Al via il progetto di ricerca europeo coordinato da UniPa per il recupero di energia e di materie prime dalle saline del bacino mediterraneo
Hanno preso il via le attività di ricerca di SEArcularMINE, primo progetto in cui l’Università degli Studi di Palermo svolge il ruolo di coordinatore generale nell’ambito del programma Horizon 2020.
Un finanziamento di circa 6 milioni di euro da parte della UE consentirà ad UniPa di coordinare le attività di un consorzio di 12 partners tra università, istituti di ricerca, PMI e multinazionali di 9 differenti paesi Europei e del bacino del Mediterraneo. Il progetto vedrà anche la partecipazione dello spin-off accademico ResourSEAs SrL, che mira ad implementare l’idea di business che, già nel 2017, era stata votata come migliore idea di start-up innovativa in occasione del Premio Nazionale dell’Innovazione.
“Il progetto ha come obiettivo l’implementazione a scala prototipale di un innovativo processo integrato volto al recupero di energia e materie prime critiche per la UE, come magnesio, litio, rubidio ed altri elementi in tracce, da salamoie di scarto provenienti dalle saline del bacino mediterraneo – spiega il prof. Andrea Cipollina, responsabile scientifico del progetto – La centralità del nostro Ateneo in questo ambito di ricerca è evidenziata dal ruolo di coordinamento di UniPa nel consorzio di cui fanno parte prestigiose istituzioni di ricerca come l’Universitat Politecnica de Cataluna, l’Instituto de Biologia Experimental e Tecnológica di Lisbona, il Fraunhofer Institute di Friburgo ed il Politecnico di Torino, ma anche multinazionali come SUEZ Environnement e numerose piccole e medie imprese di 9 paesi Europei e del bacino Mediterraneo. Nonostante le difficoltà legate all’emergenza COVID-19, le nostre attività di ricerca sono state già avviate nei laboratori del Dipartimento di Ingegneria ed il kick-off meeting con tutti i partner è già fissato per il 24 giugno, al fine di garantire un efficace inizio del progetto.”
“La qualità della ricerca di UniPa è confermata dal ruolo di coordinatore di questo importante progetto, indubbiamente un riconoscimento di prim’ordine di cui siamo orgogliosi – sottolinea il Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, prof. Fabrizio Micari – Il nostro Ateneo partecipa ad oltre 45 progetti di ricerca nell’ambito del progetto Horizon 2020”.
La partecipazione di SOSALT SpA, azienda che opera nel settore della produzione di sale marino presso le saline di Trapani e Marsala, sottolinea la grande importanza strategica del progetto per un rilancio tecnologico ed economico nel territorio siciliano, offrendo un esempio concreto di come la tecnologia sviluppata potrà essere implementata in tante altre realtà simili del bacino mediterraneo.
L’inizio del progetto segna il raggiungimento di un altro importante traguardo dell’Università di Palermo sul fronte dello sviluppo di tecnologie per la valorizzazione di salamoie di scarto, portando all’implementazione su scala pilota dei risultati delle ricerche che già da anni il gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria porta avanti sotto la guida del prof. Giorgio Micale e dei proff. Michele Ciofalo, Andrea Cipollina (coordinatore del progetto SEArcularMINE) ed Alessandro Tamburini (CEO di ResourSEAs).
Il primo settembre prenderanno il via altri due progetti Horizon 2020 che mirano allo sviluppo di tecnologie per il riutilizzo di salamoie di scarto da dissalazione, con la realizzazione di un impianto pilota anche sull’isola di Lampedusa.