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Allarme vaiolo delle scimmie, i casi aumentano e l’Oms studia vaccini: “Possiamo fermarlo”


È possibile contenere la trasmissione dei casi di vaiolo delle scimmie nei Paesi in cui la malattie non è endemica: lo ha detto Maria Van Kerkhove, a capo della ricerca sulle malattie emergenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). 

“Intendiamo bloccare la trasmissione del virus da uomo a uomo e siamo in grado di farlo nei Paesi in cui il vaiolo delle scimmie non è endemico“, ha aggiunto Van Kerkhove. “Siamo in una situazione nella quale possiamo utilizzare strumenti di sanità pubblica per identificare i casi precocemente e affrontarne l’isolamento”, ha detto ancora. Il contagio, ha aggiunto, avviene attraverso uno stretto contatto fisico, pelle a pelle” e ha rilevato che la maggior parte dei casi finora osservati non ha la malattia in forma severa.

Non è ancora chiaro se il virus responsabile del vaiolo delle scimmie abbia subito una mutazione: la risposta potrà arrivare solo dall’analisi della sua sequenza genetica. Lo ha detto Rosamund Lewis, a capo della ricerca sul vaiolo delle scimmie nell’ambito del programma per le emergenze dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

Alla luce delle conoscenze attuali del virus, ha aggiunto Lewis, “sappiamo che tende a essere piuttosto stabile”. L’Oms ha inoltre in programma per la prossima settimana un incontro globale per discutere quanto si sa al momento a livello di ricerca, epidemiologia, diagnosi, terapie e vaccini. 

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