Il commissario straordinario dell’Ersu Palermo Giuseppe Amodei ha inviato un comunicato in cui replica ad alcune affermazioni di Fabrizio Micari, in cui il rettore in commenta i dati Censis dell’Ateneo attribuendo alcune responsabilità alla Regione Siciliana e agli Ersu.
«Comprendo che dopo il declassamento dell’Università degli Studi di Palermo – secondo quanto divulgato dal Censis – che lo escludono dalla categoria dei mega-atenei il rettore Fabrizio Micari annunci di voler aumentare il numero di immatricolazioni puntando sui nuovi corsi e sull’internazionalizzazione. Spiace, al contempo, avere la conferma di un rettore che appare poco interessato al dialogo con l’Ersu, come dimostra anche la sua personale assenza il giorno dell’inaugurazione del nuovo sistema di ristorazione il 30 ottobre scorso.
Stupisce anche che il rettore Fabrizio Micari abbia citato i dati della gestione commissariale dell’Ersu Palermo, forse non conoscendo che nel 2017, sotto regime presidenziale e con la benedizione di un altro governo regionale, sono state erogate 3.000 borse di studio, mentre nel 2018, con l’attuale regime commissariale, ne sono state erogate ben 6.000, ovvero il doppio, sempre che la matematica non sia diventata un’opinione.
Anche sulla politica degli alloggi registriamo una mancanza di coerenza nelle dichiarazioni rettoriali lette sulla stampa: da diversi mesi, aspettiamo che l’Università degli Studi produca la documentazione di certificazione di vulnerabilità sismica dell’Hotel Patria di loro proprietà che consentirebbe la creazione di 80 posti letto, ma a oggi non abbiamo avuto un concreto riscontro.
Inoltre, proprio sotto la gestione commissariale, tra il 2018 e il 2019 si è passati da tre mense universitarie presenti solo a Palermo a nove centri di ristorazione tra Palermo, Trapani, Agrigento e Caltanissetta.
Ci tengo, quindi, a sottolineare e a rassicurare il mondo accademico e gli studenti universitari – cui destiniamo il nostro quotidiano impegno – che il sottoscritto ha accettato l’onore e l’onere di reggere temporaneamente la governance dell’Ente, non per riempire una casella di sottogoverno come appare da quanto oggi dichiarato dal rettore, ma per amministrare con competenza e coscienza per garantire il diritto allo studio universitario».
Soprattutto per gli studenti, speriamo bene
Infatti, non devono essere gli studenti a pagare.