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Anche ad Unipa libretto per studenti transessuali


L’Università di Palermo si dota di un regolamento per gli studenti transessuali. In pieno clima colorato e festivo qual è quello che si respira, in questi giorni, nel capoluogo siciliano in occasione del Pride nazionale, il rettore Lagalla ha annunciato la novità proprio venerdì scorso.

«Gli studenti transessuali affrontano grandissime difficoltà a frequentare corsi universitari durante le complesse procedure, burocratiche oltre che mediche, che portano avanti», è quanto si legge in un comunicato diffuso da Fausto Melluso, senatore accademico di Unipa. Non un problema marginale, dunque, ma una questione di ingente portata che, dall’anno prossimo, sarà rivoluzionata.

Gli studenti in questione potranno avere un nuovo libretto e seguire i corsi con un ‘alias’. Il libretto universitario, infatti, è un vero e proprio documento di identità che accompagna giornalmente lo studente nel corso della carriera accademica.

Dovere in ogni occasione spiegare la diversità tra l’identità scelta e quella anagrafica in pubblico espone uno studente a rivelare un dato intimo e privato e, spesso, a subire pregiudizi e chiacchere facili.

«Ho ottenuto questo impegno nell’ultimo Senato Accademico cui ho partecipato, e credo sia un bel segnale nel giorno di inaugurazione del Pride da parte della comunità accademica – continua Melluso – agli organi di gestione va dato atto di aver accolto questa proposta senza alcuna delle remore che, magari, mi sarei aspettato».

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A proposito dell'autore

Younipa è l'autore generico utilizzato per le comunicazioni di servizio, i post generici e la moderazione dei commenti.

6 Risposte

  1. naso criticato

    Premettendo che sono eterosessuale, cattolico, “pro-omosessualità” e di larghe vedute, dico solo che è un’indecenza.
    L’Università è una società, un’istituzione. Ogni membro di una società civile è uno ed unico. Il libretto universitario è un documento a tutti gli effetti. Nessuno può essere Roberto e Roberta allo stesso tempo, nessuno può essere due persone diverse e profondamente identiche allo stesso tempo!!
    Un essere umano ha il diritto ad essere quello che vuole che sia, ma nel momento che nasce in una società vi si deve adeguare!! Provveda a completare tutti gli iter medici e burocratici del caso, e poi si che potrà cambiare libretto!
    L’università vuole fare un passo piu’ lungo della gamba. E’ la società che va istruita al rispetto di tutti i membri di essa stessa! In un luogo come l’università è indecente il fatto che esistano pregiudizi verso altri esseri umani!!! In un luoco come l’università è indecente che si pensi alla strada più semplice da fare per aggirare l’ostacolo piuttosto che abbattere l’ostacolo in partenza!!!
    Che i transessuali siano quello che vogliano, purchè siano un’unica persona e se ne freghino dei pregiudizi altrui che non dovrebbero esistere!!

  2. Naso critico

    Innanzitutto, mi ha fatto sorridere il tuo nick name che è palesemente una parodia al mio. Poi andiamo al tuo commento. Mi appare ridicola e superflua la precisazione che hai dovuto fare nel tuo incipit: “Premettendo che sono eterosessuale, cattolico, “pro-omosessualità” e di larghe vedute” anche perché appare paradossale se la concludi con il definire la proposta dei libretti per le persone transessuali come “un’indecenza” [anche se sarebbe in pieno stile cattolico].

    “Nessuno può essere Roberto e Roberta allo stesso tempo, nessuno può essere due persone diverse e profondamente identiche allo stesso tempo!!” Da qui, presumo che tu sia malinformato sul mondo delle persone transessuali. Non si tratta di essere due persone: se stessi e il proprio alter ego. Frequentemente i trans si sentono un’unica persona fin dall’infanzia: per riprendere il tuo esempio, Roberta è nata Roberto ma si sarà sempre sentita Roberta, quindi la persona è sempre stata una. Con il cambio di sesso, non si fa altro che prendere alla lettera il monito degli antichi: conosci te stesso per diventare te stesso!

    “Un essere umano ha il diritto ad essere quello che vuole che sia, ma nel momento che nasce in una società vi si deve adeguare!!” Questo è un altro dei punti poco chiari del tuo commento [molto confuso e sconclusionato devo dire: i libretti per i trans sono un’indecenza però alla fine affermi che loro devono essere liberi dai pregiudizi ecc ecc… wtf?!] Ma riprendendo la tua citazione, se ogni individuo deve essere libero di esprimersi e di essere ciò che è perché dovrebbe poi “adeguarsi” alla società?! Ma poi in che modo e quale società? Società intesa come configurazione di una sovrastuttura dove solo alcuni modelli standard sono pubblicizzati e diffusi? Alla faccia della tolleranza e della molteplicità!

    “L’università vuole fare un passo più lungo della gamba.” Beh, per una volta che se ne fanno di passi! Questa, a mio parere, è un’iniziativa democratica, sintomo di cambiamento e tolleranza. E se Roberta è nata Roberto ma si sente Roberta e fisicamente, appunto, lo sembra; perché voler costringerlo all’imbarazzo, ogni volta che deve dare un esame? Non sarebbe più semplice se ognuno potesse vedersi stampato sui documenti ufficiali così come si sente, così com’è quando si guarda allo specchio?

  3. naso criticato

    Caro naso critico, mi sa tanto che non hai per niente capito il mio commento! 🙂
    Conosco abbastanza da vicino il mondo transessuale e qui non si parla di razzismo!
    So certamente che queste persone si riconoscono nel sesso opposto e che sicuramente si sentono unici; nella parte in cui dico che “Nessuno può essere Roberta e Roberto” e in quella in cui reputo i doppi-libretti indecenti, intendo dire che questa a mio parere è un’offesa all’integrità dei transessuali i quali si sentono per l’appunto un’unica persona che invece avranno due identità differenti sulla carta! 🙂 Per tanto, a mio avviso il passo che l’università dovrebbe fare è quello di eliminare i pregiudizi all’interno della stessa; sono questi gli ostacoli reali.

    Il mio dissenso alla pratica del doppio-libretto è dovuto al fatto che l’università essendo un’istituzione è soggetta alla legge: il libretto è un documento ufficiale in cui vi devono essere riportate informazioni veritiere. Nel momento in cui un individuo legalmente uomo viene identificato come donna, si verifica un atto sicuramente non legale. Piuttosto il transgender dovrebbe provvedere a concludere tutti gli iter necessari, mentre l’univeristà dovrebbe provvedere ad eliminare tutta l’ignoranza delle persone superficiali.

  4. Naso critico

    ahahaha non ho capito nulla del tuo commento precedente? Evidentemente tu ti sei spiegato come una libro chiuso con un lucchetto arrugginito. In nome della libertà e dell’ironia senza cadere nel volgare [spero], ti scrivo cosa ho pensato non ho appena ho letto il tuo contro commento: va scupati u mari!
    Non ho tempo né voglia di scrivere qualcosa di edulcorato. Alla prossima.

    p.s. non ho nulla contro gli eterosessuali cattolici

  5. naso criticato

    🙂 hai problemi a comprendere?! 🙂

    IL LIBRETTO ESSSENDO UN DOCUMENTO DOVREBBE RIPORTARE DATI LEGALI. SE PER LEGGE SEI UOMO MA DENTRO TI SENTI UNA DONNA, IL LIBRETTO DEVE RIPORTARE CHE SEI UN UOMO. QUANDO DIVENTERAI ANCHE PER LEGGE DONNA ALLORA POTRAI PROVVEDERE AD UN AGGIORNAMENTO DEI DATI.

    Bisogna rimuovere gli idioti dalle università: le persone ignoranti con pregiudizi acerbi.
    Possedere due libretti, riportanti dati di due persone diverse, non è una soluzione!! Possedere due libretti significherebbe rinoscere il fatto che quella persona è ciò che non vuole essere. Il transessuale è colui che vuole cambiare, ma non lo ha ancora fatto! Non vuole rimanere transessuale a vita! VUOLE UN LIBRETTO: QUELLO RIPORTANTE IL SUO ESSERE, non ne vuole due!!

  6. Naso criticante - il 3°

    Inizio col dire che il mio nome è volutamente provocatorio per entrambi gli utenti.
    Ho letto, quasi appassionatamente, quanto scritto in questo post e in questi commenti. E aggiungo anche che il regolamento approvato lo reputo quasi “ad meam personam”; si perchè io sono una delle poche universitarie biologicamente uomo ma nel corpo di una donna.
    Vedo troppa confusione nelle parole di entrambi, nata comunque da mentalità aperte forse ahimè radicate inesorabilmente alle tradizioni dei nostri avi, per non dire genitori.
    Si mi sento donna e lo sono, anche se non del tutto. NON SONO OMOSESSUALE, l’omosessualità non c’entra nulla… Sono imprigionata qui dentro, sono un transessuale ma ancora per poco.
    Inutile dire quanta felicità ho provato leggendo il nuovo regolamento. Ma ALT niente doppio libretto. Ne voglio uno. L’altro non mi appartiene, anche se legalmente raffiguraa me. E chi se ne frega della legge? Siamo membri di una società, ma siamo prima di tutto esseri umani.
    Aggiungo inoltre che ovviamente forse prima dovrebbero essere rimossi i cervelli di chi parla con tanta facilità e giudica senza conoscermi.
    Comunque grazie ad entrambi per aver cercato di difendermi, nel vostro piccolo e con i vostri modi.
    P.S.: Sono anche Cattolica praticante 😉