È rischio fallimento per ben venti atenei italiani. Tra questi anche l’Università di Palermo.
Non si tratterebbe di allarmismi infondati, ma di dati concreti. L’ultimo bersaglio del governo Monti, ormai rinomato per la sua politica di austerity, è proprio l’Università, con il taglio di 300 milioni al Fondo ordinario di finanziamento degli atenei.
L’allarme rosso lanciato dal ministro Francesco Profumo, che aveva dichiarato che con i soldi stanziati dal patto di stabilità – 100 milioni di euro – per l’Università si sarebbe rischiato il default, trova oggi piena attuazione.
La stima effettuata dalla FLC CGIL si basa sul rapporto tra la spesa per il personale e le entrate stabili. Il governo Monti aveva, infatti, stabilito una soglia di stabilità dell’80%, già superata da molti atenei. Il primo a un passo dal collasso è quello di Foggia.
A seguire l’Ateneo di Cassino con 88,1% e la seconda università di Napoli (85,5%). Sotto la soglia di stabilità, con l’85,5% e l’84,6% Sassari e Bari. Un 83,7% spetta alla Federico II di Napoli. A rischio fallimento anche Tor Vergata (83,4%), Messina (83%), l’Università del Molise (82,4%) e – per l’appunto – quella di Palermo (82,1%). Ben due università siciliane, dunque, tra le prime dieci a rischio.
Il default si tradurrà in commissariamento, chiusura dei dipartimenti, ridimensionamento della didattica e della ricerca – come se quest’ultima non fosse già stata abbastanza colpita.
È possibile anche che gli atenei che non riusciranno a chiudere i bilanci non avranno più modo di pagare gli stipendi. Pericolo “estradizione”, quindi, per ricercatori precari e personale a tempo indeterminato.
E se Monti si è visto costretto ad abbandonare la nave – almeno per il momento – l’eredità che lascerà al paese non sarà di certo delle migliori.
L’Università di Palermo e tutte le altre, per riuscire a rientrare dal debito, dovranno vendere patrimoni, accorparsi e bloccare le assunzioni.
Non è certo un buon modo per iniziare il nuovo anno.
I poli decentrati di TP,AG,CL chiuderanno l’anno prossimo?? Con successivo trasferimento a Palermo?
La morte dell’università pubblica in Italia (anzi, nel Sud)…che desolazione.
Allora l’università accorpa tutte le sedi o rimarrà tutto come adesso allora??