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Anonymous, il nemico invisibile di Putin: tutti i misteri e i segreti sulla sua identità


Anonymous, anche chiamato la spina nel fianco di Vladimir Putin. Solo ieri l’hacker con la faccia mascherata ha attaccato le tv russe e ha inviato sms a tutti i cittadini contro il presidente russo. Ma chi è e quali sono i suoi piani per fermare la guerra in Ucraina?

Innanzitutto è quasi certo che non ci sia una sola persona, ma si parla di un collettivo. Un gruppo anche molto numeroso e che opera sotto copertura. Le prime incursioni di Anonymous risalgono agli 2000. E in tutte le missioni l’elemento che non è cambiato è proprio la maschera di Guy Fawkes. Un marchio quasi identificativo.

Chiunque può fare parte di Anonymous. L’importante è condividere i principi che hanno ispirato la sua azione e abbia ovviamente capacità tecniche ed informatiche. Questa natura amorfa e polivalente di Anonymous è stata confermata anche dall’ex hacktivist Gregg Housh, che descrive il gruppo come concepito per “essere usato e adottato da chiunque”.


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Anonymous, il nemico invisibile di Putin: tutti i misteri

Non ci sono obiettivi specifici, ma Anonymous ha comunque dei principi fondanti che ispirano la sua azione, come la libertà di parola e di espressione, il contrasto contro la censura e – come ammesso dallo stesso Housh – l’anti-oppressione. Una caratteristica distintiva è la maschera di Guy Fawkes ritratta dal romanzo distonico e nel film V per Vendetta.

Non avendo leader o capi a cui fare riferimento (almeno ufficialmente), il gruppo di hacker si basa sul potere collettivo dei suoi partecipanti. Le persone si organizzano grazie ad appelli promossi da varie fonti come il web e il dark web, social network e piattaforme come 4chan e forum; ma è possibile che ciascun soggetto facente parte del gruppo (indicati in gergo con il nome di «anons») inviti altri membri ad entrare in un gruppo di chat e discutere ulteriormente l’idea.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”