Viviamo oggi un profondo periodo di stress, dove tutto sembra essersi fermato o quasi. Il disturbo dell’ansia è oggi talmente diffuso che conoscerlo e saperlo distinguere dalle altre patologie può servire a gestire meglio i nostri disturbi psicologici. Tutti oggi soffriamo d’ansia.
L’ansia per il lavoro, per lo studio, per una relazione sentimentale che non procede bene, per il rapporto con i genitori. L’ansia per un cambiamento in vista, o per una vita sempre troppo piatta e sedentaria. Il periodo attuale di certo non aiuta.
La pandemia ha cambiato molte delle nostre abitudini, quasi tutte. E le preoccupazioni sono aumentate non solo per chi ha rischiato di perdere il lavoro, non solo per chi rischia di non trovarlo, ma anche per gli studenti.
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Il covid, l’ansia e gli studenti
La vita dello studente è drasticamente cambiata, forse rallentata. E se da una parte deve trascinare il proprio sapere verso nuove prospettive, dall’altra, di certo, il periodo storico che sta vivendo non fa altro che intralciare il suo iter formativo.
L’essersi adattati da un giorno all’altro alla didattica a distanza, l’aver perso, da un giorno all’altro, gran parte del rapporto con gli amici o colleghi, l’aver modificato drasticamente la propria routine giornaliera, l’aver rinunciato ai momenti di attività motoria e sportiva o, semplicemente, l’essersi privato delle uscite del sabato sera che rappresentavano comunque momenti di svago e socializzazione, hanno portato nella vita degli studenti un incremento di ansie e preoccupazioni.
Il COVID ha, quindi, comportato cambiamenti senza precedenti e ognuno di noi sta compiendo un lavoro di adattamento che va ben oltre l’ordinario.
A questo dobbiamo aggiungere altri fattori di stress come il sovraccarico emotivo e lavorativo, l’esposizione prolungata all’evento, la cultura della performance e della competizione che investe il nostro sistema universitario, il peso di un futuro incerto che porta ad un soffocamento di idee ed ambizioni. Il risultato è certamente una condizione di pensieri negativi ricorrenti, sensazioni di tensione, preoccupazioni, che può progressivamente degenerare in uno stato psichico di mancata risposta di adattamento, fino all’ esaurimento emotivo.
Lo studio della National Union of Students
Qualche anno fa, uno studio promosso dalla National Union of Students, ha evidenziato che il 78% degli studenti affermava di aver sofferto di disturbi d’ansia durante la propria esperienza universitaria.
L’87% dichiarava di soffrire di stress, l’80% di sentirsi triste, il 77% di sentirsi senza forza o in preda all’ansia.
Risultati degni di nota sono stati anche le percentuali dei disturbi ancora più gravi. Ad esempio, il 69% degli universitari si diceva depresso, il 58% soffriva di insonnia, più del 50% era affetto da irritabilità e repentini cambi di umore e più del 40% sosteneva di soffrire di attacchi di panico e di constatare anaffettività e perdita delle emozioni.
Il problema dell’ansia
Il problema viene descritto in psichiatria come “lo stato di tensione psicosomatica, generalmente vissuto come penosa passività verso eventi dannosi che il soggetto pensa stiano verificandosi o teme possano verificarsi. Viene considerata un fenomeno generale, presente, anche se in gradi diversi, nello sviluppo psichico di ognuno.”
Come si manifesta l’ansia e quali sono i disturbi?
In generale, la sintomatologia ansiosa, può comprendere palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia, aumento della sudorazione, tremori fini o a grandi scosse, dispnea o sensazione di soffocamento, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, l’insonnia, l’apnea, la facilità al pianto, le palpitazioni.
I sintomi dell’ansia in questione non necessariamente si presentano in tutti i pazienti che soffrono di ansia e comunque possono declinarsi diversamente a seconda del soggetto in questione.
Le persone con un disturbo d’ansia generalizzato possono avere ricorrenti paure o preoccupazioni, forti al punto tale da non permettergli di mantenere la necessaria concentrazione nelle attività che stanno per svolgere nella quotidianità. Si perde la capacità di valutare la realtà e si è estremamente attenti a ciò che succede dentro di noi.
L’ansia nel tempo può diventare una vera e propria prigione emotiva. Può compromettere in modo rilevante le nostre normali attività sociali, lavorative e personali. Se ignorata, può arrivare a sfociare all’improvviso in un vero e proprio attacco di panico.
Non tutte le ansie, però, sono uguali poiché possono avere origini, sintomi e risvolti diversi. Essa si presenta sotto diverse forme, con sensazioni e reazioni differenti.
L’ansia da panico, per esempio, si presenta con attacchi di intensa paura e disagio che arrivano all’improvviso e inaspettati. E’ la più difficile da gestire. E più cerchiamo di controllarla, più ne perdiamo il controllo.
L’ansia da “disturbo post-traumatico” è causato, invece, da eventi traumatici vissuti, come una violenza, un lutto, un incidente. Si manifesta, nei mesi che seguono, tramite ricordi o sensazioni angoscianti.
E poi l’immancabile disturbo da stress, di cui soffre oggi la maggior parte della popolazione. Rabbia, disperazione, inattività o iperattività sono alcuni tipici sintomi di ansia da stress. L’ansia da stress si manifesta anche con sensazioni di inadeguatezza verso una situazione che riteniamo difficile, come un esame o un lavoro che siamo chiamati a svolgere. È un tipo di ansia strettamente collegato alla nostra autostima.
Disturbo d’ansia fisiologico e patologico: Come distinguerli?
L’ansia diventa patologica, quindi un disturbo, quando la reazione d’allarme dell’organismo rimane costantemente attivata. Avviene, così, un mantenimento della durata, della pervasività e della intensità della risposta di allarme dell’organismo. E tale caratteristica di eccessività va ad interferire con il normale svolgimento dell’attività quotidiana. Se fa perdere il controllo e la lucidità dei propri pensieri è sempre da considerarsi patologica.
L’ansia normale, invece, ha la funzione di segnalare un possibile pericolo (per esempio il pericolo che un’esame vada male, pericolo della mancanza di tempo necessario allo studio per uno studente), ma quasi mai raggiunge un’intensità tale da impedire di affrontarlo e superarlo.
Un’altra differenza risiede nelle conseguenze che questi due tipi d’ansia provocano. L’ansia normale, essendo contenuta e calando a seguito di esposizioni ripetute, motiva ad affrontare in modo efficace la situazione temuta. L’ansia patologica, essendo molto intensa e resistente all’estinzione, finisce invece per provocare uno stato fisico e mentale tale da evitare la realtà.
Come gestire lo stato ansioso e l’esaurimento emotivo?
È molto importante saper distinguere quando la nostra ansia è funzionale al raggiungimento dei nostri obiettivi oppure quando diventa una sofferenza psichica che ci ostacola nelle nostre attività quotidiane.
Alcuni consigli. Per la gestione dei disturbi di ansia fisiologica si possono utilizzare tecniche di rilassamento efficaci nel bilanciare i livelli di attivazione del corpo. Aiuta moltissimo fare sport e scaricare i livelli di energia prodotta. Occorre un approccio mindfulness per imparare a meditare e ad essere consapevoli del momento presente. Bisogna curare il sonno. Infatti, l’ansia può essere amplificata dalla perdita di sonno. E’ fondamentale curare la qualità dei rapporti personali, accettare al realtà e impegnarsi per il cambiamento. Ci si deve impegnare a trasformare il “fallimento” in opportunità e ad assumere il controllo del tempo. Aiuta riconoscere i progressi e soprattutto confidarsi con un amico. Infine, è importante l’alimentazione, la quale può influire sull’umore e sulla qualità della vita. Non serve a nulla saltare i pasti. Anzi sarebbe meglio moderare la caffeina.
Facciamoci aiutare
Ma quando l’ansia diventa paralizzante nessuno di questi consigli sarà sufficiente. E’ importante saper riconoscere le emozioni e i pensieri che mantengono in vita il circolo vizioso dell’ansia e certamente occorre un intervento professionale. Il trattamento elettivo per la cura dei disturbi d’ansia è la psicoterapia cognitivo comportamentale, che può essere associata a un trattamento farmacologico.
Attraverso questo articolo abbiamo voluto dare spazio al sentimento dell’ansia e della preoccupazione degli studenti e non solo. E’ fondamentale conoscere ogni cosa che accade dentro di noi, nel nostro corpo e nella nostra mente. Sapere aiuta a gestire e a decidere. E per gestire al meglio il nostro stato psicologico è importante saper distinguere il disturbo fisiologico da quello patologico. Nel primo caso i consigli che vi abbiamo dato possono sicuramente tornare utili e possono essere uno strumento per controllare l’ansia, per conviverci serenamente e sconfiggerla. Nel caso di un disturbo patologico però è bene rivolgersi a chi ha le giuste competenze e iniziare un percorso che potrà aiutare a diventare persone nuove. E questo non deve provocarci ulteriore ansia. Seguire un percorso psicoterapeutico non è una vergogna, è un atto d’amore verso noi stessi. Facciamoci aiutare. Amiamoci.