Pensavano di trovare un alleato, invece hanno trovato un nemico. È stato così che da un nuovo “arrivato”, i quasi 2.000 partecipanti, tra docenti e studenti, al gruppo Telegram ‘Università di Palermo contro il green pass’ si sono imbattuti in un professore universitario pronto a denunciarli al rettore.
Il nome del professore in questione è Vito Ferro e insegna Scienze della Terra e del Mare nell’Università degli Studi di Palermo. Attraverso un post su Facebook ha deciso di comunicare al suo folto pubblico social la sua decisione contro coloro che non digeriscono il green pass all’interno degli ateni italiani.
Il docente Ferro inizia la lettera così, taggando il rettore uscente Fabrizio Micari. “UNA LETTERA CHE NON AVREI VOLUTO RICEVERE. Ho anche io ricevuto una email, al mio indirizzo di posta elettronica istituzionale, in cui mi si invita a sottoscrivere una “lettera aperta”, da inviare al Magnifico Rettore, che richiama la non obbligatorietà del vaccino anti-COVID. Invita a non discriminare i soggetti che hanno scelto di non vaccinarsi. E propone inoltre di realizzare apposite stazioni per la esecuzione di test antigenico (rapido) GRATUITO agli Studenti, ai Docenti ed al Personale TAB. Ovvero tutti coloro che hanno legittimamente SCELTO di non vaccinarsi”.
Leggi anche: Al padre serve una trasfusione, le figlie no-vax dicono no: temono il sangue di una persona vaccinata
Anti green pass di Unipa invogliano un docente, ma lui non ci sta
Poi aggiunge sempre nel suo post: “Da Consigliere di Amministrazione di UNIPA resto basito dalla proposta di fare sostenere a UNIPA dei costi che dovrebbero tutelare le scelte di singoli. Che per quanto legittime, non sono supportate da nessuna evidenza scientifica. La scelta del singolo ha comunque un limite nel bene superiore della salute pubblica. Esistono limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità tutelate dalla nostra Costituzione. Nell’epoca delle fake news, della Laurea conseguita su FB, e del principio “1 vale 1”, in base al quale ognuno può dire qualsiasi cosa su qualsiasi argomento anche specialistico (meglio se non ne sa nulla, così si ha la mente libera da pregiudizi!).
E conclude con tono amaro: “Mi stupisce però che una simile iniziativa possa avere origine all’interno di una Istituzione Universitaria. Non possiamo avallare l’idea che un economista si trasformi in un medico-infettivologo perché sarebbe come ammettere che 1 vale 1. Chiedo al mio Rettore di intervenire”.