Il medico Matteo Bassetti esprime la sua opinione su AstraZeneca e i recenti casi di trombosi. In una lunga intervista rilasciata al sito Open, il primario di Genova opterebbe per una via più chiarificatrice e semplificata. “Mi sono scocciato di dover essere io il difensore dei vaccini anti-Covid. Dove sono le istituzioni? Se temono che il vaccino AstraZeneca possa avere effetti collaterali gravi, allora bisognerebbe avere il coraggio di limitarlo o stopparlo. Così non si può andare avanti, siamo davvero alla follia pura“, dichiara Bassetti.
E poi aggiunge di essere il costante destinatario di minacce di morte: “C’è un ministero che dovrebbe rispondere, che dovrebbe tranquillizzare la gente e, invece, è diventato un gioco al massacro dove ogni giorno c’è qualcuno che fa piovere insulti su noi medici. Solo a me ne arrivano quotidianamente almeno 300. Ecco perché serve una posizione chiara del ministero: che ci mettessero la faccia! Lo Stato italiano, mi chiedo, vuole fare una vaccinazione seria? Oppure ogni giorno vogliamo andar dietro alla pancia di questo o dell’altro?”.
Inoltre il direttore della clinica di Malattie infettive al San Martino di Genova espone la sua sicurezza sul vaccino inglese Astrazeneca. Il medico si mette in opposizione a qualsiasi tipo di allarmismo: “Nessuno è qui a dire che non esistono effetti collaterali da vaccini o, più in generale, da farmaci. Però, cerchiamo di essere chiari. Ogni anno l’aspirina fa 3 mila morti, è accaduto persino da noi con un paziente. Quindi, se in questo caso abbiamo dei dubbi, allora bisognerebbe avere anche il coraggio di fermare le vaccinazioni con AstraZeneca trovando, però, un’alternativa“.
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Astrazeneca e trombosi, l’opinione di Bassetti
Sul tema delle riaperture di ristorantanti, cinema, tetari e palestra Bassetti sembra abbastanza favorevole. “Sì” dunque al ritorno di bar, ristoranti e palestre: «Chiuderle è servito a qualcosa? I contagi sono scesi? Ce lo dicano. A me non pare. Ora, passate queste due settimane, visto che la terza ondata si sta spegnendo, iniziamo a regolamentare in maniera diversa certe attività economiche”.
E sottolinea: “Si tratta solo di buonsenso: io preferisco vedere un ristorante ordinato che un lungomare, come quello di Genova, preso d’assalto da gente che, a terra, beveva il caffè preso, d’asporto, al bar. Perché si può fare il pic-nic ai giardinetti e non andare al ristorante? Questa è ipocrisia. Riapriamo ma con rigidi controlli. Tu apri ma, se sgarri, ti chiudo. Stesso discorso per le palestre, con orari differenziati e distanziamento“.