Dopo le precedenti avventure in gommone che lo hanno già visto protagonista nel 2010 nella traversata di 3000 miglia da Palermo ad Amsterdam e nel 2012 con oltre 4000 miglia da Palermo fino al Circolo Polare Artico, il gommonauta palermitano Davì è pronto per una nuova missione che lo porterà fino in Brasile. Il progetto “Atlantic Rib Crossing – Palermo – Rio de Janeiro in gommone” a cui ha aderito l’Università di Palermo è stato presentato al Circolo Canottieri Palermo.
La partenza è prevista il prossimo mese di dicembre da Palermo, dal porto dell’Arenella “Cala dei Normanni”. Si tratterà di affrontare oltre 6.000 miglia, attraversare 7 Paesi e 3 continenti: Italia, Algeria, Marocco, Isole Canarie, Capo Verde, Brasile. Il mezzo nautico impegnato nella missione si chiama Elenka, un gommone NOAH di 9 metri, con due motori EFB diesel, dalle eccellenti prestazioni tecniche. L’equipaggio è formato da persone altamente qualificate, infatti a bordo saliranno, oltre il comandante della spedizione Sergio Davì, Massimo Rocca co-pilota e tecnico di bordo, esperto in elettrotecnica che supporterà le attività di bordo e Alessio Bellavista, co-pilota e fotografo, capitano di lungo corso, esperto di navigazione oceanica e di tecniche di salvataggio. Quest’ultimo supporterà le attività del comandante e si occuperà di immortalare l’intera avventura.
L’impresa ha un valore non solo sportivo, ma anche scientifico e culturale, infatti oltre il patrocinio del Coni e della FIGC, vede il coinvolgimento dell’Università degli Studi di Palermo, della Marina Militare e della Marinha do Brasil.
La missione, metterà a dura prova lo stato psicofisico dell’equipaggio, che per circa 70 giorni, sarà sottoposto a pressioni ambientali non indifferenti, come affrontare le insidie del mare e coabitare in uno spazio ridotto. Ma sarà anche un’occasione di ricerca per il Dipartimento di Scienze Motorie di Palermo e di Psicologia attraverso un sistema di monitoraggio dell’attività psicofisica del Comandante prima e dopo la missione.
«Ancora una volta – ha detto il rettore Roberto Lagalla – l’Università di Palermo è al fianco di un’impresa che è sportiva, ma che ha anche un importante valore scientifico e di ricerca. Ricerca che non si fa soltanto al chiuso di laboratori, ma anche sul campo, attraverso sfide con il mare e con la natura. L’Ateneo di Palermo ha da tempo abbattuto i suoi paletti e oggi è Univercittà che guarda con interesse a iniziative che si sviluppano fuori dall’Accademia. In bocca al lupo quindi ai protagonisti della missione».