AutoGPT, l’intelligenza artificiale “rivale” di ChatGPT che fa (quasi) tutto da sola: ecco come funziona
AutoGPT è un software Open-source sperimentale che sfruttare a pieno le potenzialità del motore GPT-4 di OpenAI, svolgendo operazioni complesse senza il bisogno dell’intervento umano.
Il mondo dell’intelligenza artificiale dopo l’avvento di ChatGPT corre veloce e quindi si è rapidamente affermato un nuovo derivato del prodotto di OpenAI: AutoGPT, un’applicazione sperimentale sviluppata da Significant-Gravitas. Il suo obiettivo è quello di svolgere compiti complessi, eseguendo operazioni al posto dell’utente e chiedendogli solamente l’autorizzazione a farlo. Esempi di compiti che AutoGPT potrebbe svolgere autonomamente sono: il download e l’installazione di un software, la pianificazione di evento ed il relativo acquisto del materiale necessario, l’invio di mail o la pianificazione di appuntamenti, oltre alle funzionalità già integrate in ChatGPT legate alla generazione di output testuali di varia lunghezza e complessità.
L’ambizioso progetto è divenuto subito popolare su Github, piattaforma che offre servizio di hosting per progetti software e queste capacità sono considerate da molti come il primo passo verso la Artificial General Intelligence (AGI) – ovvero un’intelligenza artificiale in grado di svolgere compiti intellettuali a livello umano. Ma cosa differenzia AutoGPT da ChatGPT?
Le differenze tra AutoGPT e ChatGPT
Innanzitutto bisogna dire che anche AutoGPT, così come ChatGPT, è basato su GPT-4, pertanto è definibile come un prodotto “derivato” da ChatGPT che implementa però una sostanziale differenza rispetto al prodotto di OpenAi: la capacità di suddividere un problema complesso in tante micro-azioni più semplici ed eseguirle senza che vi sia un input diretto da parte dell’utente.
La differenza è sottile ma sostanziale: in ChatGPT il chatbot interagisce di volta in volta con l’utente che può man mano approfondire un tema o argomento facendo domande aggiuntive al chatbot mentre in AutoGPT il processo è semi-automatizzato in quanto il chatbot sarà in grado di “porsi delle domande da solo” per comprendere quali sono gli step necessari al fine di eseguire un dato comando impartito dall’utente.
Un esempio di applicazione di AutoGPT
Facciamo ora un esempio per comprendere quali sono le differenze in termini di approccio da parte dei due chatbot.
A ChatGPT l’utente potrebbe richiedere come scrivere una data funzione in un linguaggio di programmazione, ad esempio Python. Poi potrebbe chiedere come fare ad installare Python sul proprio PC per eseguire il codice ed in fine dovrà seguire le istruzioni ricevute per completare il processo. In AutoGPT il tutto verrebbe automatizzato dal chatbot stesso che chiederebbe all’utente solamente le autorizzazioni per procedere allo step successivo.
Se proviamo a chiedere ad AutoGPT “scrivi ed esegui un codice Python che effettui la somma di due numeri” il chatbot andrebbe ad analizzare tutti gli step necessari per soddisfare la richiesta dell’utente.
Ci segnalerà quindi che sarà necessario installare Python e che è possibile scaricarlo online, cercherà per noi il programma corretto in base al nostro sistema operativo e ci chiederà se lo autorizziamo ad installarlo sul nostro computer.
Successivamente scaricherà per noi un codice Python che effettua la somma di due numeri e lo eseguirà chiedendoci solamente di autorizzarlo ad eseguire ogni singola sotto-operazione che lui stesso avrà calcolato senza il bisogno di nessun input diretto da parte dell’utente.
Come provare AutoGPT
AutoGPT è un prodotto Opensource, il codice alla base del chatbot è quindi disponibile a tutti al relativo repository Github, allo stesso modo è scaricabile ed eseguibile in locale.
Per i meno avvezzi che volessero testare le capacità del chatbot è disponibile la cosiddetta “GodMode” via browser.