Non c’è pace e lieto fine al momento per i tirocinanti regionali di Avviso 22. La loro storia potrebbe avere una svolta decisiva giorno 15 aprile, quando per alcuni tirocinanti potrebbero addirittura partire i primi pagamenti e per altri i secondi, dopo mesi e mesi di lunghe attese.
“La situazione è molto complicata. Speriamo che tutto fili liscio. Siamo abbandonati da troppi mesi e questo in uno stato civile non è possibile”, dice Oreste Lauria, tirocinante di Avviso 22 e portavoce in prima fila per la protesta.
Sono loro, le donne e gli uomini siciliani che con bandiere rosse e determinazione qualche settimana fa si sono visti scendere in piazza davanti le istituzioni della Regione Siciliana per reclamare solo ciò che spetta di diritto a loro: essere pagati per la prestazione lavorativa offerta.
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Dopo un paio di settimane si sa poco, tranne per una piccola luce di speranza. Giorno 1 aprile si è aperta una prospettiva di pagamento programmata per il 15 aprile. Tutto ruota sempre nel forse e del domani c’è poca certezza.
“Lo speriamo. Ma se i pagamenti arrivano con i passi di tartarughe precedenti, ci crediamo poco”, dice a Younipa sempre Lauria dell’Avviso 22. Tra questi cittadini siciliani ci sono tanti che con i soldi del tirocinio pagano l’affitto della famiglia, il mutuo di una casa sognata, i libri di scuola per i figli o i tablet, dato che adesso Palermo si trova in zona rossa, il cibo e i beni per vivere.
Per loro la mancanza di questo pagamento è grave. “Speriamo che il 15 aprile ci possa essere un cambiamento e un pagamento per tutti noi. Tutto questo non ce lo meritiamo. Ci stanno portando alla sfinimento”, dice il portavoce in nome di tutto l’Avviso 22.