Da un paio d’ore c’è uno sgradevole chiacchiericcio nei corridoi dell’Università e della politica. Cioè da quando l’ufficio stampa di Unipa ha inviato un’e-mail per comunicare e celebrare il traguardo del primo laureato (con 110, lode e menzione) in Tourism Systems and Hospitality Management, prestigioso corso di laurea magistrale tutto in inglese svolto con la Florida International University.
Il motivo dei sorrisini e delle gomitate è il fatto che il laureato (il nome è omesso nel comunicato) è Alfredo Giambrone, figlio del vicesindaco Fabio Giambrone, collega nel Partito Democratico del rettore Fabrizio Micari e collega di mancata elezione, rispettivamente alle ultime politiche e alle ultime regionali. Per un breve periodo il giovane poteva essere candidato in una delle liste di Leoluca Orlando.
Bisogna dirlo subito: i figli non devono pagare per le colpe dei padri, figuriamoci per le carriere politiche. Hanno fatto bene quindi a celebrare il primo meritevole laureato, sarebbe stato discriminante non darne notizia per un imbarazzo che certamente non proviene dai Giambrone, né da un’attenzione (che qualche complottista troverà sospetta) di un ufficio stampa che sarà invece certamente impegnato a recuperare la pessima classificazione Censis.
La verità è che non si sono ancora spenti i malumori per la candidatura inopportuna alla presidenza della Regione di Micari due anni fa, se ci sono imbarazzi persino per una laurea.
Ma nessuno tocchi il giovane e bravo Giambrone: ad maiora!
E’ solo un caso …e che casso.
Potrebbe anche essere così, ma è corretto accertarsene e nell’attesa “lasciare stare il figlio”
la candidatura del rettore di una universita’ statale ad elezioni politiche o di altra tipologia esige la applicazione di un dispositivo di blindatura istituzionale con esercizio sostitutivo temporaneo dei poteri rettorali conferiti dallo Statuto.
Le dimissioni dalla carica sono a mio parere una modalita’ impropria e punitiva dell’esercizio di un diritto-dovere costituzionalmente garantito a tutti i cittadini di partecipare alla vita democratica del Paese.
Un modello ipotetico potrebbe essere il seguente.
Il rettore manifesta al Ministro del MIUR la volonta’ di partecipare ad elezioni politiche o di altra tipologia;
il Ministro del MIUR sospende temporaneamente gli effetti del decreto di nomina rettorale e incarica il decano di esercitare temporaneamente i poteri rettorali individuati dallo Statuto;
il rettore partecipa alla competizione politica o di altra tipologia;
se viene eletto, decade e il Decano indice nuove elezioni;
se non viene eletto, il Rettore inoltra al Decano domanda di riammissione nella carica di Rettore;
il Decano indice la riunione congiunta del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione per discutere e deliberare sulla istanza di riammissione nella carica di rettore;
se gli Organi di gestione deliberano positivamente, il decano comunica la deliberazione al Ministro del MIUR che con decreto ripristina la carica rettorale sospesa e il rettore riassume la carica;
se delibera negativamente, il Decano dispone la riammissione nel ruolo dei professori ordinari dell’ex rettore, comunica la deliberazione negativa al Ministro del MIUR ed indice nuove elezioni.
Questa modalita’ di blindatura istituzionale dell’Universita’ statale con esercizio sostitutivo temporaneo dei poteri rettorali a mio parere soddisfa il diritto di tutti i cittadini di partecipare alla vita democratica del Paese e l’esigenza di preservare l’essenza statale dell’ Universita’.
L’universita’ deve creare le condizioni per una attivita’ serena, svolta alla luce della Costituzione e dello Statuto ed evitare la creazione di precedenti che la rendono vulnerabile e soggetta a scontri e malumori.
Completamente d’accordo! Giustissimo non trasferire le colpe dei padri ai figli
Anche io la penso in questo modo