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È stata confermata l’approvazione del beneficio destinato alle madri disoccupate. Questo beneficio corrisponde all’assegno base per la maternità, noto anche come “assegno di maternità comunale”.
Si tratta di un sostegno sociale erogato dai comuni e finanziato dall’INPS. Il diritto a ricevere tale assegno è garantito nei casi di nascita, adozione o affidamento preadottivo, ed è rivolto ai cittadini italiani, comunitari e stranieri con regolare permesso di soggiorno (per informazioni dettagliate sul tipo di permesso di soggiorno richiesto per accedere a questo beneficio, è opportuno consultare il proprio comune di residenza).
Bonus mamme disoccupate 2023
L’assegno viene erogato solamente a coloro che rientrano all’interno di specifici parametri di reddito. I richiedenti devono essere privi di qualsiasi forma di protezione previdenziale o devono rientrarvi entro un limite di importo stabilito annualmente. In aggiunta, non devono già ricevere altri assegni di maternità dall’INPS conformemente a quanto stabilito dalla legge 23 dicembre 1999, n. 488.
Come fare domanda
È necessario presentare la richiesta presso l’ufficio comunale della propria residenza, il quale si incaricherà di verificare il rispetto dei requisiti legali per l’assegnazione di questa prestazione (come specificato negli articoli 17 e successivi del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri datato 21 dicembre 2000).
La domanda deve essere presentata entro sei mesi dalla nascita del bambino o dall’effettivo inserimento del minore adottato o in affido preadottivo all’interno della famiglia.
Questo assegno non può essere cumulato con altri benefici previdenziali, tranne nel caso in cui si abbia il diritto di ricevere la parte differenziale da parte del comune.
L’importo dell’assegno viene adeguato annualmente per le famiglie di lavoratori e impiegati, in base alle variazioni dell’indice dei prezzi al consumo fornito dall’ISTAT.
Ogni anno, l’Istituto pubblica l’importo tramite una circolare che riguarda i salari medi convenzionali.
La legge stabilisce un termine ordinario di 30 giorni per l’emissione delle decisioni riguardanti questa prestazione. In determinate situazioni, tuttavia, possono essere previsti termini diversi stabiliti dalla legge stessa.