Pubblichiamo una e-mail inviata a [email protected] da una studentessa di Scienze della Formazione che preferisce mantenere l’anonimato:
«Sono una studentessa di Scienze della Formazione, mi sono laureata alla triennale e sto continuando i due anni integrativi presso questo Ateneo. Seguo spesso questo blog, apprezzo moltissimo il vostro lavoro e grazie a voi ho appreso molte notizie utili riguardanti la nostra Università.
Purtroppo questa non è una lettera per lodare l’Unipa ma tutto l’opposto. La mia è una lettera piena d’indignazione per le terrificanti condizioni igieniche di Scienze della Formazione.
La polvere ci sta sotterrando, i bagni sono sporchissimi e non vengono mai puliti e le aule sono piene di rifiuti. Tra di noi ci sono colleghi asmatici e con allergie ma la cosa più grave in assoluto è l’aver contratto infezioni alle vie urinarie sia mie che di altre colleghe a causa dello schifo dei bagni.
Personalmente, pagando 1500 euro di tasse ogni anno (e come me tanti altri), la domanda che mi sovviene è dove vadano a finire i nostri soldi! Spero tanto che possiate approfondire la questione. La situazione sta diventando davvero invivibile».
Confermo tutto quello che è stato scritto in questa lettera. Facciamo lezioni in aule che sotto molti punti di vista si presentano in condizioni pietose. Batuffoli di polvere sparsi dappertutto, segno del fatto che le pulizie non si fanno da tempo. Aule dotate di file di sedie rotte o di sedie che sono aacquistate prive di un banchetto di appoggio, costringendo gli studenti a stare ore a prendere appunti in posizioni scomode e poco adatte ad un contesto universitario (es. piedo sulla sedia). Per non parlare delle continue migrazioni alla ricerca di aule che possano contenere gli studenti o che siano già dotate di un video proiettore, evitando così che il docente costruisca torri di libri per appoggiare quello “mobile”.
Mancano (o forse gli studenti non ne sono informati) degli spazi in cui gli studenti possano riunirsi in gruppi per fare dei lavori o studiare insieme, le alternative sono biblioteca e sala lettura dove è possibile fare uno studio individuale perché è necessario stare in religioso silenzio, oppure girare per le altre facoltà alla ricerca di uno spazio.
Non si tratta di fare una polemica a tutti i costi, questa è la realtà che vivono quotidianamente gli studenti (anzi, ci sarebbero tante altre cose da aggiungere) che pagano doverosamente le tasse sempre più alte negli anni. Non è sufficiente fare interviste in cui si parla di numeri, percentuali dei nuovi iscritti, delle lauree ad honorem che l’università attribuisce a personaggi illustri, dei vari eventi culturali e non organizzati dall’Ateneo o di come abbia lavorato bene il servizio accoglienza matricole. È necessario innanzitutto fornire, con le risorse a disposizione, quei servizi minimi che garantiscano una formazione serena e di qualità a tutti gli studenti che fanno parte dell’Ateneo.