A tutti sarà capitato una volta di decidere di andare a studiare in biblioteca.
Per cominciare, il problema iniziale è trovare un posto in biblioteca. Dipende l’ora, non si trova un posto manco a pagarlo oro e ci si ritrova, con la borsa pesante di libri e quaderni, a vagare da Economia a Ingegneria, passando per Architettura, Scienze della Formazione, Lettere, ecc.
Trovata la biblioteca, devi assicurarti che i posti non siano occupati, in maniera del tutto abusiva, con giubbotti, libri, quaderni o anche una penna!
Se si è in gruppo, poi, trovare un tavolo disponibile è sempre più difficile così ci si ingegna fino a trovare le soluzioni più divertenti. Passaggi di sedie clandestine da altre aule, tavoli da quattro con venticinque persone e tavoli da dieci con due ragazzi appena e neppure una sedia.
Le ragioni per cui si decide di studiare in biblioteca possono essere diverse. Tra i motivi più comuni la preferenza rispetto all’ambiente familiare ricco di distrazioni e rumore ovunque.
Ma questa non è certamente la miglior qualità delle biblioteche! Ammettendo le dovute eccezioni, la maggior parte delle volte la biblioteca è in realtà il covo di studenti disperati che si trascinano al riparo della luce del sole per riuscire a far qualcosa. Le distrazioni di certo non mancano: fondamentale è, infatti, chi ti si siede accanto. I peggiori studenti di tutto l’ateneo puoi trovarli lì.
Tra gruppi di amici che chiacchierano, coppiette in amore, ragazzi che sgranocchiano del cibo, ragazzi che ripetono convulsamente la lezione, trovare la concentrazione non è poi così facile. Le tipologie delle persone che passano e spassano per la biblioteca nei giorni sono davvero tantissime. Parlerò, però, solo del mio preferito: il veterano.
In ogni biblioteca se ne trova uno, il veterano è un ragazzo che cambia residenza e si stabilisce all’interno di essa. Lo trovi la mattina alle 8 e lo ritrovi anche alle 17. È lì che gli amici vanno a trovarlo, intrattiene rapporti con i propri familiari solo al telefono, ad alta voce condividendo la sua vita con tutti quelli che si trovano lì con lui, la sua nuova famiglia insomma.
Conosce tutti e tutti lo conoscono, ti rende partecipe di storie inimmaginabili di esami improbabili, di colleghi mitologici e di professori usciti da almeno un girone dell’inferno di Dante.
Dal veterano non si può non apprendere il massimo, anche se il fatto che stia lì da più di cinque anni ti suggerisce che poi non sia una buona idea stabilirsi da quelle parti.
Insomma, in biblioteca si stringono rapporti come durante gli esami. Si attacca bottone per un niente, giusto per sentirsi un po’ meno studenti disperati.
Ti fa conoscere le persone peggiori del mondo e al contempo è anche il fulcro della nascita di grandi amori e infatuazioni, come tutte le pagine Spotted sembrano suggerire.
Che sia disperazione da studio non so, ma che gran bel posto la biblioteca!