“La Presidente Casellati, quando mi sono avvicinato per il voto, mi ha chiesto di esprimere il voto. Io ho detto si, subito dopo è stata sospesa la seduta. Dietro c’era anche il collega Nencini, poi alla fine con la moviola è stato possibile verificare che era tutto regolare”. È la giustificazione del senatore “ritardatatario” Lello Ciampolillo, protagonista a sorpresa del voto di fiducia di ieri al Senato.
Il curioso caso del senatore Ciampolillo
Espulso dal M5S per la questione dei mancati rimborsi, Ciampolillo è stato riammesso al voto nonostante un lieve ritardo: “Risulta che il senatore Ciampolillo sia arrivato in Aula alle 22.14 e io avevo chiuso la votazione alla 22.15. Lo riammetto quindi alla votazione, e in base a quanto emerso dal video, anche il senatore Nencini che era immediatamente dopo”, ha dichiarato la presidente del Senato Casellati.
“Mi sono preso tempo per decidere in serenità. Ritengo necessario porre l’interesse comune della Nazione avanti a singoli interessi di partito. Mi sono preso il tempo per decidere”, spiega il senatore del Gruppo Misto.
Un personaggio “sui generis” il senatore Ciampolillo. Barese di 48 anni, è stato eletto con il M5S per il secondo mandato da senatore. Salì per la prima volta alla ribalta grazie alla sua battaglia per evitare l’abbattimento di un ulivo in Valle d’Itria: spostò il suo domicilio sull’albero. Per combattere la Xylella, infatti, pensava che fosse sufficiente usare il sapone e le onde elettromagnetiche.
Il senatore pugliese, fermo sostenitore della legalizzazione della cannabis, ha anche abbracciato alcune tesi nemmeno troppo velatamente negazioniste a proposito del Covid: “Le mascherine servono solo a fermare l’influenza, non il Coronavirus. Ma non vi sentite presi in giro?”, ha scritto recentemente su Facebook.