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Come andiamo all’università? Forse è meglio a piedi


A Palermo muoversi diventa un’impresa. Così come arrivare puntuali. Soprattutto se si è studenti, sprovvisti di mezzi di locomozione propria. Tra nevrosi pre-esame e sveglie che ci si ostina a non “sentire” supplicando l’arbitro immaginario di concedere altri cinque minuti agli organi ancora in trance, ecco presentarsi insieme al languore mattutino il solito rebus: «Che faccio oggi? Prendo l’autobus o la metro?».

Il primo è un terno al lotto: non si sa mai quale corsa sia destinata a saltare o “smarrirsi” tra i meandri cittadini costringendo il povero #studenteinpredaall’ansia/iraperilnotevoleritardo a rimanere ore bloccato, senza muovere alcun passo: «Perché diamine non rimanevo a dormire allora?».

Avete ragione, ci sono passata, ho maledetto nell’ordine autisti-bus-ancora autisti-sindaco-intera giunta-motociclisti impazziti che sfrecciano a duecento all’ora rischiando di farti saltare l’osso del collo se solo ti sporgi più in là per guardare se l’orizzonte è ancora vuoto o qualcosa luccica da lontano – nonni, zii, avi, generazioni su generazioni – tutta Palermo – e per l’ennesima volta autisti.

La seconda – la linea A nello specifico – che attraversa la bellezza di 14 stazioni (Centrale, Vespri-Policlinico, Palazzo Reale Orleans, Notarbartolo, Francia, San Lorenzo-Colli, Cardillo Zen, Tommaso Natale, Isola delle Femmine, Capaci, Capaci-Torre Ciachea, Carini, Piraineto, Aeroporto Falcone-Borsellino) garantisce sulla carta una corsa ogni 30 minuti (già di per sè irrisoria) che viene spesso e volentieri notevolmente “allungata”.

Il luogo – sotterraneo – non è poi dei più sicuri o ideali dal punto di vista della pulizia. E così anche in questo caso il giovane di turno si trova costretto ad attendere, e attendere, e ancora attendere.

Molti, i più avvezzi e coraggiosi, decidono così di avventurarsi – salvo poi pentirsi – e fare quattro passi nella giungla palermitana. O di fare un piccolo investimento comprando una bici, come dire “risparmiando in tempo e salute”. Di sicuro, lasciatemi dire, la scelta più saggia.

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A proposito dell'autore

Nata a Palermo l’8 dicembre del 1990. Da sempre, amante della poesia e dell’arte in ogni sua forma, ho deciso di assecondare la mia passione più grande: la scrittura. Un mondo, quello del giornalismo, spesso difficile e competitivo ma ciò non mi ha fermata. Mi sono laureata in “Giornalismo per uffici stampa” all’Università degli studi di Palermo lo scorso luglio. Nel 2011 arrivano le mie prime collaborazioni giornalistiche e televisive con "Cts, compagnia televisiva siciliana" e, nel novembre 2013, con "Livesicilia".

3 Risposte

  1. marco

    ma l’hai presa la metropolitana?
    secondo me no, in alcune delle stazioni che indichi non si ferma da anni, queste non sono nemmeno riportate negligo orari ufficiali (Cardillo in primis)
    tempi che si allungano?!?!? Ma quando??? gli orari sono quasi sempre regolari, e i ritardi contenutissimi.
    Mi pare l’ennesimo post tanto per dire cose a vanvera, nulla di più!!!

  2. Shadi

    Sicuramente gli autobus sono pessimi e basta. Metro mai provata sinceramente.
    La bicicletta è utile come ultima soluzione … Ma solo finché non te la rubano. Perché Palermo sa essere anche questo. -.-*

  3. alfonso

    La puntualità????? Cos’è?????? Qualcosa che si mangua??????? Quando passa l’autobus rimane bloccato a Piazza Indipendenza perchè c’è sempre sciopero!!!!!!! Poi becchi i professori bastardi che se arrivi cinque minuti in ritardo non ti fanno entrare in aula a fare esami!!!””””