“Siamo ai dettagli”, dice Gianfranco Micciché quando ieri sera dopo più di due ore di acceso confronto esce dalla riunione del centrodestra a Palermo, con i big siciliani della coalizione in conclave per trovare l’unità sul candidato sindaco a Palermo. Dentro la sala dell’hotel gli alleati proseguono il confronto. Poco dopo lascia anche Francesco Cascio, il candidato di Fi e Lega.
Facce scure, nonostante le parole di circostanza. A nulla valgono le insistenze per fare rientrare Micciché nell’hotel per proseguire il confronto con Roberto Lagalla, che le prova tutte per chiudere l’accordo che non arriva quando mancano dieci giorni alla presentazione delle liste elettorali. “Ne riparliamo”, chiosa il leader di Fi in Sicilia prima di salire in auto.
Oggi sono previsti altri colloqui, ma le parti rimangono ancorate nelle proprie posizioni: il nodo rimane il Musumeci bis. Fi e Lega vorrebbero chiudere l’accordo rimandando il confronto sulle regionali, FdI insiste sull’ok immediato alla ricandidatura del governatore. Sullo sfondo rimangono programma e assetti interni a Palermo qualora il centrodestra unito dovesse vincere al primo turno le comunali del 12 giugno.
“A Palermo se su Lagalla si ricostruirà il centrodestra noi non ci saremo. Le candidature civiche sono un film, ma se si ricostruisce il centrodestra, come potrebbe accadere, anche attorno a un nome perbene come quello di Lagalla noi non saremo in quella coalizione. Non sosterremo il centrodestra unito a Palermo”. Lo ha detto Matteo Renzi a radio Leopolda.