Ultimo in live-streaming al Colosseo. L’attesissimo evento da record di ieri sera, annunciato da giorni, non è andato come sperato. Tante le lamentele e le richieste di rimborso. Ecco cosa è successo.
“Buongiorno vita”: l’evento in streaming
Ieri sera, Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, è stato il protagonista di Buongiorno vita, l’evento in streaming dal Colosseo. 40 minuti di spettacolo, voce e pianoforte, con i maggiori successi del suo repertorio e il suo nuovo singolo che porta il nome dell’evento: “Buongiorno vita”, disponibile da oggi su tutte le piattaforme musicali streaming. Un’iniziativa attesissima che però, purtroppo, non ha soddisfatto le aspettative di molti.
Concerto in streaming: server bloccati
Ad interrompere la magia dell’attesissimo evento, in uno scenario mozzafiato, è stato un problema tecnico. I server di LiveNow, la piattaforma promotrice e specializzata in questi eventi, non hanno retto l’impatto all’accesso dei tantissimi fan, tutti collegati contemporaneamente all’orario indicato per l’inizio del concerto. La grandissima affluenza era prevedibile e già stata annunciata dal cantante stesso, ma per qualche motivo LiveNow non è riuscita a gestire tale “sovraccarico”. Il risultato? Molti spettatori non sono stati in grado di assistere allo show.
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Le lamentele dei fan
“Rivoglio i 10 euro del concerto di Ultimo. Sono 15 min che riprovo ad entrare, mi ero collegata 20 min prima, mi si era bloccato, ho ricaricato la pagina e nulla”, “Niente da fare. Aspettavo ‘sto concerto da giorni e invece niente…Ha crashato tutto. Aiuto”, “LiveNow vorrei un rimborso grazie”. Queste sono solo alcune delle lamentele da parte di molti appartenenti alla fanbase del cantautore romano, delusi nell’esser rimasti esclusi dall’evento. Alcuni si definiscono truffati. Il prezzo del biglietto virtuale era di 10 euro (5 euro per i possessori dei tagliandi del tour di Ultimo rimandato al 2022). In ogni caso, è bene ricordare che parte dei ricavi andranno devoluti in beneficenza a favore delle iniziative dell’Unicef in Mali.
Evento “live”? Non proprio
Ad accrescere il malcontento dei tantissimi fan in attesa dell’evento in streaming, la scoperta che la performance del cantante non fosse live. L’esibizione, in realtà, è stata registrata ad inizio aprile. Contrariamente da quanto annunciato dai media e dalla “locandina” ufficiale, i fortunati che sono riusciti a connettersi hanno assistito ad un video e non ad una performance live. Di certo, una comunicazione più trasparente avrebbe rotto l’incantesimo su cui si basano principalmente gli eventi in streaming. L’attesa e il brivido di partecipare ad un evento collettivo, come in un vero e proprio concerto, quando alla fine si assiste ad un video simile, se non uguale, ad uno qualsiasi pubblicato su Youtube.
Le parole di Ultimo
Tuttavia, a ritenersi soddisfatto del successo è proprio il giovane cantante romano, che nei suoi ufficiali profili social ha dichiarato: «Ci siamo distinti anche questa volta, siamo riusciti a mandare in crash i server che ospitavano l’evento. Indovinate un po’? Non era mai successo. Eravamo troppi. Più avanti, probabilmente, avrò voglia di raccontarvi quanto sia stato bello esibirmi nel cuore della mia città, ma non è questo il momento. Ora voglio solo dire a tutti coloro che hanno acquistato il biglietto e che non sono riusciti a seguire l’evento in diretta che sarà comunque disponibile per le prossime 48 ore. Buongiorno vita all’01:00 sarà vostra, di tutti!». Una buona notizia per chi non è riuscito a seguire ieri sera.
I problemi dello streaming
La vicenda non fa altro che mostrare i limiti legati allo streaming e alla sua comunicazione. Rimanere fuori da un concerto perché i biglietti sono finiti è un’esperienza sicuramente spiacevole, ma restare fuori da un evento in streaming è un’esperienza ancora più amare, soprattutto se l’evento non è gratuito. È di certo importante apprezzare le iniziative a sostegno del mondo musicale, non far sentire il pubblico troppo isolato dandogli la possibilità di sentirsi unito nella musica, in particolar modo in questo periodo. Ma c’è ancora molto da migliorare, nella speranza che questa non diventi la normalità e che presto potremmo ritornare ai nostri amati concerti in presenza.