Il lavoro allontana tre grandi mali: la noia, il vizio ed il bisogno, diceva Voltaire. Nel caso dello studente lavoratore, però, l’impegno richiesto nel portare avanti una professione potrebbe deviare il giovane e allontanarlo dal traguardo prefissato. Il bisogno di indipendenza economica dalla famiglia ed i primi soldi in tasca, infatti, potrebbero mettere a dura prova la buona volontà e portare i giovani a trascurare la carriera universitaria.
Sempre più giovani sono chiamati ad un vera e propria sfida quotidiana per portare avanti contemporaneamente studio e lavoro: le ore da dedicare alla frequenza delle lezioni si riducono così come quelle per gli affetti e gli hobby, le energie da impiegare su libri e dispense diminuiscono e, al contempo, aumentano stress e stanchezza. Eppure, basterebbero un po’ di impegno, volontà e organizzazione per consentire, anche ai più disperati, di destreggiarsi tra dovere e piacere ritagliando più tempo a disposizione per lo studio nell’arco della giornata, senza rinunciare alla vita privata e stravolgere le abitudini. Ma vediamo insieme i consigli principali maturati nel corso dei miei anni universitari:
- Innanzitutto, è giusto non voler pesare sulle spalle dei genitori e mantenersi agli studi con qualche sacrificio extra, ma è bene tenere a mente e non perdere di vista l’obiettivo principale ossia la laurea. Via libera dunque a professioni che richiedono un impiego parziale del tempo (4-5 ore al giorno): scegliere un lavoro troppo pesante, con turni massacranti e con lunghi trasferimenti può costituire un grosso limite e, a lungo andare, può risultare controproducente. Alcuni corsi, inoltre, prevedono obbligo di frequenza e diverse ore di laboratorio. In questi casi è preferibile optare per un lavoretto serale o nel weekend.
- È sempre meglio far presente alla propria famiglia e ai docenti l’esistenza di questo duplice impegno. Mettendo le cose in chiaro fin dall’inizio, infatti, non solo sarà possibile concordare con i professori il carico di studio, programmi alternativi e diversi orari di ricevimento, ma si otterrà anche un valido supporto e la comprensione delle persone vicine.
- Auto motivatevi, stabilite degli obiettivi e dei premi per il loro raggiungimento: un grande obiettivo, ad esempio, può essere considerato il riuscire a trascorrere almeno due ore giornaliere sui libri. Se fate i bravi e rimanete concentrati, il premio perfetto potrebbe essere un’uscita con gli amici, una partita di calcetto o una serata “ballerina”.
- Ricordate sempre che poche ore di studio al giorno, ma ben spese, possono valere molto di più rispetto a più ore di poca concentrazione. Quante volte si perde tempo in attività inutili? Magari ore e ore spese davanti alla TV o sui social network più in voga del momento quali Facebook e Twitter? Un po’ di spensieratezza è necessaria per staccare la spina dalla routine quotidiana e per riposare la mente, ma almeno qualche ora al giorno deve essere passata sui libri. Ciò diminuirà il carico di lavoro e non vi farà arrivare a un giorno dall’esame con occhiaie, schizofrenia e capelli rizzati in aria.
- L’unione fa la forza, tenetelo a mente. Trovare un collega con cui confrontarsi o creare un gruppo di studio ad hoc potrebbe migliorare la concentrazione e permettere di risparmiare energie e tempo nello studio.
- Molto utile, inoltre, sarebbe anche trovare un luogo da dedicare allo studio quotidiano: la biblioteca pubblica e le diverse sale lettura dislocate nella cittadella universitaria fanno al caso vostro. L’importante è che sia un posto tranquillo, dove concentrarsi senza distrazioni.
- Infine, preparatevi a dover gestire lo stress. Sia gli studenti che i lavoratori sono spesso soggetti ad esaurimento sui rispettivi luoghi di competenza, ciò implica un carico di stress doppio. Il modo migliore per evitare lo “sclero” è quello di evitare di accumulare gli impegni o, in alternativa, cercare di ritagliarsi un piccolo spazio per i propri hobby o per svagarsi con gli amici. Inoltre, non si dovrebbe mai dimenticare di praticare sport per scaricare rabbia e tensione.
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