Tutte le novità sulla data di pubblicazione del bando del Concorso straordinario scuola 2023 grazie alle risposte del Ministro Valditara.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha fornito una risposta a un’interrogazione parlamentare riguardante la questione del precariato nella scuola. In tale risposta, il Ministro ha illustrato le misure che il governo sta adottando per affrontare questa problematica. Ha sottolineato che il precariato nella scuola è sempre stato un tema di notevole importanza e che il governo ha intrapreso un processo volto a invertire la tendenza di sottostimazione del problema.
Il nuovo reclutamento
Una delle iniziative principali è l’implementazione di un nuovo modello di reclutamento per i docenti, attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo nuovo modello mira non solo a contrastare il precariato, ma anche a riconoscere e valorizzare l’esperienza acquisita dai docenti con contratti a tempo determinato:
“Questo governo ha iniziato a invertire una tendenza protrattasi per troppi anni che ha portato lo Stato italiano a essere addirittura oggetto della procedura d’infrazione avviata dalla Commissione europea sul tema dell’abuso dei contratti a tempo determinato nel sistema scolastico. – ha detto Valditara – Ricordo inoltre che il Pnrr ha nel frattempo introdotto un nuovo modello di reclutamento di docenti collegato a un profondo ripensamento della loro formazione iniziale che potrà rappresentare un antidoto alla creazione di precariato solo dopo che sarà entrato pienamente a regime. Per questo motivo stiamo ponendo particolare attenzione alla fase di accompagnamento e transizione verso questo nuovo modello di reclutamento, che non può non tenere in conto l’esperienza professionale maturata dal personale docente nell’ambito dei precedenti rapporti di lavoro a tempo determinato”.
Quando verrà pubblicato il bando?
Il primo concorso basato su questo nuovo modello si terrà durante l’estate ed sarà riservato a coloro che hanno accumulato almeno 3 anni di esperienza di insegnamento negli ultimi 5 anni o che hanno conseguito 24 crediti formativi universitari (CFU) secondo il precedente ordinamento. Questo rappresenta un significativo cambiamento rispetto al passato, con l’obiettivo evidente di valorizzare l’esperienza sul campo e la formazione continua dei docenti:
“Il primo concorso basato su questo nuovo modello avverrà a cavallo dell’estate e sarà riservato a chi ha almeno 3 anni di docenza negli ultimi 5 anni o chi ha conseguito i 24 crediti formativi universitari (CFU) con il previgente ordinamento. Questo rappresenta un cambiamento significativo nel panorama dell’educazione italiana, dando peso all’esperienza sul campo e alla formazione continua dei docenti”, ha specificato.
Obiettivo stabilizzazione
L’obiettivo di queste modifiche è quello di stabilizzare la professione docente e garantire un miglioramento della qualità dell’insegnamento. Il governo si propone di aumentare il numero di docenti a tempo indeterminato in classe, al fine di fornire agli studenti una figura di riferimento stabile e un approccio educativo coerente nel lungo termine:
“Il cambiamento mira non solo a stabilizzare la professione docente, ma anche ad assicurare un innalzamento della qualità degli insegnamenti. L’obiettivo è infatti raggiungere il maggior numero possibile di docenti di ruolo in classe. Questo è un aspetto fondamentale per garantire un approccio educativo coerente e di lungo periodo, assicurando agli studenti una figura di riferimento stabile”
“E così nell’avviare un importante stagione di nuovi concorsi da bandire con frequenza annuale, abbiamo fatto in modo che il primo di essi che sarà bandito a cavallo di quest’estate, sia riservato a coloro che hanno già prestato servizio per almeno tre anni negli ultimi 5 presso un’istituzione scolastica o che abbiano conseguito i 24 cfu secondo il previgente ordinamento. – ha spiegato Valditara – Inoltre a riprova della costante attenzione alla valorizzazione al servizio già prestato dai docenti precari intendiamo favorirne l’accesso ai nuovi percorsi di abilitazione attraverso una significativa quota di riserva nonché concentrando i contenuti dei percorsi loro riservati soprattutto sulle competenze teoriche ancora da acquisire”.
La prova scritta
La prova scritta richiede un punteggio minimo di 70/100 e consiste in 50 quesiti a risposta multipla, che devono essere completati entro 100 minuti.
Dei 50 quesiti totali, 40 riguardano le conoscenze e le competenze nel campo pedagogico, psicopedagogico e didattico-metodologico, inclusi gli aspetti legati all’inclusione e alla valutazione. La suddivisione delle materie è la seguente:
- Dieci quesiti riguardano l’ambito pedagogico.
- Dieci quesiti riguardano l’ambito psicopedagogico, inclusi gli aspetti relativi all’inclusione.
- Venti quesiti riguardano l’ambito metodologico-didattico, inclusi gli aspetti relativi alla valutazione.
I restanti dieci quesiti sono suddivisi come segue:
- Cinque quesiti a risposta multipla riguardano la conoscenza della lingua inglese al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue.
- Cinque quesiti a risposta multipla riguardano le competenze digitali riguardanti l’uso didattico delle tecnologie e dei dispositivi elettronici multimediali per migliorare la qualità dell’apprendimento.