Ecco tutto quello che devi sapere sulla coppia aperta, scopriamo insieme i pro e i contro su questo tipo di relazione.
Non ci troviamo di fronte alla consueta avventura estiva, né al tradizionale triangolo coniugale marito-moglie-amante. Le statistiche sono inequivocabili: tra le nazioni europee, l’Italia vanta la maggiore percentuale di insoddisfazione nelle relazioni matrimoniali. Inoltre, una persona su tre sperimenta o almeno desidera esplorare alternative alla monogamia. Tuttavia, emerge una questione: dove tracciamo il confine tra una relazione aperta e l’inizio di un tradimento?
La storia di Giulia
“Una sera il mio partner mi dice: ‘Pensa, se prendiamo questa decisione insieme, potrebbe portare solo benefici. Voglio dire, esplorando relazioni con altre persone, potremmo ravvivare la nostra intimità.’ Ascolto le sue parole e mi chiedo: ‘Per quale motivo? Le cose stavano così male?’ Mi rendo conto che, nonostante fossimo in coppia, stavamo seguendo percorsi paralleli anziché viaggiare nello stesso vagone. Forse non mi sono accorta di alcune crepe, penso con rimorso. Voglio però fidarmi di lui, prima che la situazione diventi un abisso. Quindi accetto, anche se tutto sembra così freddo, come una trattativa davanti a un notaio…”
“Dopo qualche mese, però, incontro ‘il mio amico’, come il mio partner ha suggerito di chiamare queste altre persone. Devo ammettere che inizialmente è eccitante. Tuttavia, nel corso del tempo, la gelosia nei confronti del mio partner diventa difficile da gestire e, in un certo senso, sviluppo una gelosia anche nei confronti del mio ‘amico’. Circa un mese fa, ne discutiamo nuovamente e ora i nostri ‘venerdì aperti’ sono stati messi in pausa.” – Giulia, 55 anni, lavora nel campo della pubblicità, vive con Claudio da oltre 20 anni e insieme hanno un figlio.
Coppia aperta? Ecco i dati
Ciò che è avvenuto a loro sta diventando sempre più comune in Italia, come sottolineato dall’Osservatorio Infedeltà di Gleeden, un’app per incontri extraconiugali, che ha reso noti i risultati di una ricerca condotta da YouGov su più di 6.000 individui in sei Paesi (Belgio, Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito). Tra questi, l’Italia spicca per aver registrato la percentuale più elevata di coppie insoddisfatte. Non solo, negli ultimi tre anni, il tasso di infedeltà è aumentato del 20%, mentre una persona su tre ha o desidera avere una relazione aperta.
Ma è questa l’antidoto contro la monotonia, che spesso si configura come l’avversario principale nelle relazioni di lunga data? La risposta è sfumata. “Io raccomando sempre di rivolgere tre domande fondamentali”, afferma Ana Maria Sepe, psicologa e coautrice insieme ad Anna De Simone della rivista Psicoadvisor e del libro D’amore ci si ammala e d’amore si guarisce (Rizzoli). “Stiamo cercando un modo per evitare la fine di una relazione che non funziona? O stiamo cercando di affrontare problemi sessuali irrisolti? Oppure, stiamo cercando di separarci senza dover affrontare la difficile sfida dell’allontanamento emotivo? Se le risposte sono positive, allora le basi per una relazione aperta non sono solide. Una coppia è pronta a esplorare la via dell’apertura solo se si basa su stima e rispetto reciproco e se entrambi i partner sono disposti a esplorare nuove strade pur mantenendo saldo il legame principale.”
Coppia aperta: come affrontarla in modo sano
Anche in questa situazione, prima o poi, sorge un dilemma per entrambi: dove tracciare il confine del patto condiviso e dove inizia il tradimento? “Per risolvere questa questione, i partner devono costantemente creare e ridefinire dei confini”, afferma Sepe. “Anche nelle coppie monogame, è essenziale avere chiarezza sulle aspettative, le speranze e i bisogni di ciascun individuo. Nelle relazioni aperte, però, la trasparenza diventa fondamentale e irrinunciabile. In questo contesto, la necessità di sentirsi sicuri l’uno con l’altro è più intensa che mai, considerando che il partner rimane comunque la figura principale nella vita di ciascun individuo.” Pertanto, diventano cruciali i “confini” di cui parlava l’esperta poco prima.
“È necessario creare uno spazio in cui i partner possano sentirsi esclusivi l’uno per l’altro e, allo stesso tempo, stabilire un periodo in cui possano esplorare se stessi al di fuori dei confini che delimitano l’intimità della coppia. Tuttavia, se entra in gioco la gelosia, come spesso accade, è un segnale di allarme. Indica che la decisione inizialmente condivisa da entrambi si è trasformata in una scelta subita da almeno uno dei due.”
Le relazioni aperte possono aver esistito fin dai tempi antichi, ma solo oggi, in un contesto in cui c’è maggiore apertura nel discuterne, stanno emergendo come fenomeno. Ciò che spesso rimane implicito sono le implicazioni emotive che ne derivano. “Spesso, l’insoddisfazione nell’intimità della relazione primaria è legata a un maggiore attaccamento emotivo alla figura secondaria. Quest’ultima diventa così un mezzo attraverso il quale cercare una nuova realtà”, aggiunge la psicologa Anna De Simone.
Coppia aperta: sconsigliata a chi è sensibile di cuore
Sapete qual è la verità? Per vivere in una relazione aperta, si richiede un’autostima e una stabilità molto maggiori di quanto possiamo immaginare. Benché dall’esterno possa sembrare che ci sia un caos imperante, è ancor più vero che, con le basi giuste, si può raggiungere un equilibrio soddisfacente. A condizione che sotto giaccia un processo emotivo di questa natura: mi sento bene con me stesso e, conseguentemente, con il mio partner. Questo mi dona sicurezza nella nostra relazione, consentendomi così di valutare apertamente l’opzione di avere relazioni extraconiugali. Sfortunatamente, il meccanismo psicologico più comune opera in modo opposto: se non sto bene nella coppia, cercherò altrove ciò che non riesco a trovare nel mio compagno. Ma dobbiamo ricordare che le nostre scelte sono sempre influenzate dal nostro passato. Comprendere l’origine di certi bisogni rappresenta il primo passo per coltivare soddisfazione in qualsiasi tipo di relazione.”
“Esiste oggi un modello a cui poter guardare come ispirazione? Purtroppo, le rappresentazioni fornite dai personaggi pubblici spesso presentano un’impronta fortemente maschilista”, aggiunge De Simone. “Non molto tempo fa, uno di questi personaggi ha rilasciato dichiarazioni del tipo ‘la monogamia è una finzione’, ‘mia moglie è sempre stata comprensiva’. Tuttavia, la monogamia è senza dubbio reale e va rispettata tanto quanto la non monogamia. La questione non riguarda solo l’avere un partner comprensivo, ma piuttosto il prendere decisioni affettive condivise.”