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Coppia gay aggredita, la vittima: “Presi a calci e pugni, nessuno è intervenuto”


Arrivano le prime parole della vittima dell’aggressione omofoba avvenuta in via Maqueda nella tarda serata di ieri. Il giovane torinese ha ancora i segni sul volto dell’attacco. “Mi hanno urlato ti sfregio. Ti sfregio”, dichiara il ragazzo aggredito da un baby gang, formata da palermitani di età compresa tra i 17 e i 18 anni.

Il casus belli dietro il violento gesto sembra essere stato una semplice passeggiata mano nella mano tra i due. Il turista di Torino in quel momento era in compagnia, oltre del suo compagno, di alcuni bolognesi in vacanza con loro nell’isola solo da qualche ora.

“Sono stato preso a calci e pugni per lunghissimi minuti. Ho avuto molta paura. Tanti erano intorno e nessuno è intervenuto per fermare il branco“, ha raccontato. Contro di lui hanno lanciato alcune bottiglie di vetro.


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Coppia gay aggredita, la vittima: “Non pensavo che Palermo avesse pregiudizi”

“Adesso siamo al mare. Andremo a Favignana – aggiunge -. Voglio solo rilassarmi dopo un’esperienza orribile. Già durante il pomeriggio più volte siamo stati insultati. Non pensavo che a Palermo ci fossero tanti pregiudizi nei confronti dei gay. Avevo l’idea di una città più aperta all’integrazione. Cercavamo un B&B e abbiamo trovato calci e pugni. Siamo stati offesi senza un preciso motivo”.

“I quattro ragazzini erano insieme ad altri giovani e c’erano anche delle ragazze. Si sono staccati dal gruppo e hanno iniziato a fare i bulli e insultarci. – prosegue il racconto il torinese -. Poi sono passati alle mani dopo averci lanciato delle bottiglie». Adesso si attendono gli esiti delle indagini dopo la denuncia presentata alla polizia. Gli agenti della squadra mobile sono già al lavoro da ieri sera per risalire agli aggressori”.

Ad aggiungersi al coro di vicinanza alla coppia è stato un albergatore palermitano, che possiede una struttura in centro storico. Proprio sui social ha scritto: “Vorrei loro far sapere che Arimatea Accommodations sarà lieta di fornire alloggio gratuito per la loro vacanza. Non servono parole di sdegno o scuse, né proclami politici. Ma fatti concreti per tentare di alleviare una immagine compromessa di inciviltà”.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”