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Coronavirus. In Sicilia arrivati i primi tamponi rapidi, come funzionano


Sicilia – È già in corso, alle Aziende sanitarie siciliane, la distribuzione del primo carico di 750mila tamponi rapidi acquistati direttamente dalla Regione Siciliana per un’ulteriore attività di ricerca del virus nell’ambito della pandemia.

Si tratta di test i cui risultati possono essere ottenuti in pochi minuti, permettendo così di evitare eventuali rallentamenti al sistema sanitario impegnato nell’emergenza.

Su disposizione del presidente della Regione Nello Musumeci, oltre che alle Aziende sanitarie, i tamponi sono stati messi a disposizione delle Case circondariali di Palermo.

Le parole del Presidente Musumeci

“Serviranno – dice il presidente Musumeci – a effettuare diagnosi più veloci dell’eventuale positività al Coronavirus, riducendo al minimo i disagi nelle scuole e nei luoghi frequentati da molte persone, come le carceri.

Richiamo ancora una volta tutti i cittadini al rispetto di regole indispensabili e alla prudenza. Crescono e continueranno a crescere gli asintomatici e i positivi. Più test facciamo, più ne individueremo.


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Ma è ancora bassa l’ospedalizzazione, quindi stiamo operando adeguatamente sui territori. Non vanifichiamo tutto. La Sicilia non può fermarsi”.

L’approvvigionamento è stato preso in carico dal dipartimento di Protezione civile regionale, mentre la distribuzione è stata coordinata dal Dasoe dell’assessorato regionale alla Salute. Il prossimo carico è atteso per domani. (ANSA)


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1 risposta

  1. Giovanni

    Ogni scuola deve poter effettuare la termometria, la saturimetria, i test rapidi.
    Gli ambienti devono essere dotati di dispositivi di abbattimento della carica virale del respirato diffuso.