È atteso oggi in Consiglio dei Ministri il decreto con i ristori finanziari a fondo perduto a favore delle attività economiche limitate o direttamente chiuse con il D.P.C.M. 24 ottobre 2020: i rimborsi saranno maggiori per le attività completamente sospese, minori per le altre attività obbligate a chiusure limitate, con ristori che vanno dal 100 al 400 per cento. Il ristoro sarà (almeno inizialmente) svincolato dalla perdita di fatturato e sarà erogato a tutte le attività coinvolte dalla nuova stretta, anche con un volume di affari o di corrispettivi superiore a 5 milioni di euro. Sono circa 350.000 le imprese che, si stima, riceveranno gli aiuti, individuate sulla base dei codici ATECO “danneggiati”.
Entro la metà del prossimo mese (secondo Gualtieri già entro l’11 novembre), dovrebbe arrivare un contributo a fondo perduto per le attività più colpite dal D.P.C.M. che, per alcune categorie, ha introdotto un vero e proprio lockdown di diritto o di fatto.
Sia il ministro dell’Economia che quello dello Sviluppo economico hanno affermato la volontà e la necessità di essere veloci nell’erogazione dei fondi anche perché, alla luce delle tensioni sociali montanti nel Paese, non c’è sicuramente troppo tempo per riflettere.Un rimborso maggiore è previsto per quelle attività che hanno dovuto sospendere del tutto la loro attività (sale gioco e scommesse, sale bingo, cinema, palestre, centri sportivi o piscine, etc.), un risarcimento minore è previsto invece per le altre attività obbligate a chiusure limitate come pub, bar e ristoranti, i quali potranno operare dalle 5 del mattino fino alle ore 18 per i servizi al tavolo o al banco e, successivamente, solo con servizi di asporto.Il provvedimento dovrebbe essere varato oggi, ma persistono ancora diverse problematiche tecniche da risolvere per non rischiare di regalare frettolosamente fondi a chi potrebbe non averne bisogno o diritto e sussistono ancora difficoltà anche per i criteri di diversificazione e quantificazione del contributo.
A chi spettano i ristori a fondo perduto
Rispetto alla precedente tornata del fondo perduto del D.L. n. 34/2020, il ristoro dovrebbe essere (almeno inizialmente) svincolato dalla perdita di fatturato e sarebbe erogato a tutte le attività coinvolte dalla nuova stretta anche con un volume di affari o di corrispettivi superiore a 5 milioni di euro.Infatti, si penserebbe di dare un contributo automatico a forfait, modulato sulla cifra già erogata quale contributo del decreto Rilancio e individuando, sulla base dei codici ATECO “danneggiati”, le 350.000 imprese stimate che riceveranno gli aiuti.
L’erogazione del ristoro a fondo perduto
Per l’erogazione effettiva dell’indennizzo tornerà in campo l’ente che ha dato la miglior prova di affidabilità tecnica per queste procedure, vale a dire la già collaudata Agenzia delle Entrate che, in pochi giorni dalla presentazione delle domande, si è già dimostrata sufficientemente in grado di saper accreditare sui conti correnti dei contribuenti il contributo spettante.
Ristori a quattro velocità
L’ipotesi più accreditata al momento sarebbe quella di riconoscere 4 fasce così individuate:- ristoro al 100% (coefficiente 1) delle somme già incassate con il contributo del decreto Rilancio (ex art. 25, D.L. n. 34/2020) per gli esercizi e le attività con chiusura alle ore 18 (ad esempio pasticcerie o gelaterie);- ristoro al 150% (coefficiente 1,5) per i ristoranti non particolarmente danneggiati dalla chiusura serale;- ristoro al 200% (coefficiente 2) per le attività costrette a chiudere completamente (cinema, teatri, palestre, piscine, sale giochi, scommesse o bingo, centri termali, centri benessere e fiere);- ristoro al 400% (coefficiente 4) per quelle attività già chiuse anche prima del nuovo D.P.C.M. (sale da ballo e discoteche).In sostanza, un ristorante che aveva ricevuto 2.600 euro dal vecchio fondo perduto, con il nuovo meccanismo vedrà aumentare di 1,5 volte l’importo ricevuto. Nelle ultime ore, anche tassisti e noleggiatori con conducente sono entrati a far parte della platea degli indennizzabili, con una percentuale di ristoro ancora da definire.
Come sarà modulato il contributo
Fonti interne al Governo in serata accreditavano ancora anche l’ipotesi di una modulazione del contributo così strutturata: un acconto a forfait, immediato per tutti coloro che hanno già presentato nei mesi scorsi istanze al contributo a fondo perduto e soglie diversificate per le varie attività in lockdown ricomprese in apposite classificazioni di settore.Successivamente, invece, verrebbe erogato un saldo parametrato alla diminuzione effettiva del giro d’affari su base annua, richiedibile sulla base di un’apposita domanda.In questa maniera si concilierebbe meglio l’esigenza di rapidità di intervento con quella di reale efficacia dello stesso, pur nella consapevolezza che in molti casi tutto ciò sarà comunque insufficiente per ristorare le enormi perdite che subiranno molti settori costretti alla serrata.Nel pacchetto di aiuti immediati saranno previste anche ulteriori indennità per i lavoratori che operano nei settori più economicamente provati dalla pandemia, come i lavoratori del turismo, gli intermittenti, i lavoratori dello spettacolo e dello sport.
Il nodo delle risorse
Ovviamente, uno scoglio di rilievo dell’operazione sono le risorse stanziabili in quanto, oltre al nuovo fondo perduto, servirà dare sostegno anche all’occupazione e i miliardi previsti rischiano di essere insufficienti per finanziare contemporaneamente la ripetizione dell’indennità una tantum e le integrazioni salariali dei lavoratori dipendenti.
Le altre misure attese
Ipotizzato, infine, anche un nuovo credito d’imposta per gli affitti commerciali di ottobre e novembre e l’esenzione dal versamento della seconda rata dell’IMU di dicembre, misure sempre riservate ai soli settori “danneggiati” del D.P.C.M. e questa volta, quindi, non più riservate al solo settore turistico-ricettivo, ma anche ai settori della ristorazione e dello sport.