Sull’argomento dell’anno, il Coronavirus, è intervenuto all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite anche il patron di Microsoft, Bill Gates.
Bill Gates ha annunciato che il vaccino anti Covid-19 sarà pronto all’inizio del prossimo anno. Secondo Gates una volta pronto, il vaccino andrà diffuso subito in tutto il mondo, nella maniera più capillare possibile. E non solo nei paesi ricchi. Per il fondatore di Microsoft, infatti, «L’unico modo per eliminare la minaccia del Covid-19 in qualche luogo è quello di eliminarla in tutti i luoghi».
Il punto di vista di Bill Gates
Nel suo intervento Bill Gates ha anche detto che probabilmente i vaccini contro il covid saranno più di uno e il virus potrà essere debellato se si riuscirà a produrre miliardi di dosi di vaccino.
Occorre dunque trovare i finanziamenti per realizzare un’azione di tale portata e individuare le strategie più idonee per la distribuzione delle dosi di vaccino.
Bill Gates, citando i modelli di previsione elaborati dalla Northeastern University, ha detto: «I ricercatori hanno analizzato due possibili scenari. Nel primo, i vaccini vengono distribuiti a tutti i Paesi in base al numero degli abitanti. Nel secondo, troviamo una situazione che si avvicina di molto a ciò che sta accadendo in questi giorni, ovvero che i cinquanta Paesi più ricchi del pianeta avranno a disposizione i primi due miliardi di dosi di vaccino. In questo scenario il virus continuerà a diffondersi incontrollato per quattro mesi in tre quarti del globo. E vedremo raddoppiare il numero delle vittime. Sarebbe una catastrofe morale».
Il fondatore di Microsoft ha anche elogiato l’Italia: «Il premier Conte è stato tra i primi a riconoscere l’esigenza di una risposta multilaterale e ha giustamente inserito la risposta equa e globale ala pandemia tra le priorità dell’agenda italiana del G20 nel 2021. Ma occorre fare di più, e intervenire con più generosità».
Il monito di Gates, infine, è quello di sensibilizzare tutte le potenze mondiali non solo alla distribuzione massiccia delle dosi di vaccino, ma anche alla creazione di una rete di operatori in grado di distribuirlo in ogni luogo. Rete che, in futuro, «sarà anche in grado di lanciare l’allarme» in caso di nuova pandemia.
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