Il Comitato tecnico scientifico si riunirà domani per valutare eventuali nuove misure restrittive alla luce della diffusione dei contagi da Coronavirus. Secondo quanto si apprende, la riunione sarebbe stata sollecitata dal governo Draghi che ha preso atto del verbale degli esperti di venerdì. Gli scienziati hanno infatti espresso “grande preoccupazione” per la diffusione delle varianti e ribadito la necessità di innalzare le misure a livello nazionale e locale.
Tra le ipotesi allo studio, chiusure generalizzate nei fine settimana come dei mini lockdown, “super” zone rosse più rigide e il criterio di 250 casi ogni 100mila abitanti per entrare automaticamente in zona rossa. “La pandemia non è ancora sconfitta ma si intravede, con l’accelerazione del piano dei vaccini, una via d’uscita non lontana”, ha detto il premier Mario Draghi in un videomessaggio alla conferenza “Verso una Strategia Nazionale sulla parità di genere”.
“Ci troviamo tutti di fronte, in questi giorni, a un nuovo peggioramento dell’emergenza sanitaria. Ognuno deve fare la propria parte nel contenere la diffusione del virus. Ma soprattutto il governo deve fare la sua. Anzi deve cercare ogni giorno di fare di più”.
“Voglio cogliere questa occasione per mandare a tutti un segnale vero di fiducia. Anche in noi stessi. Ringrazio, ancora una volta, i cittadini per la loro disciplina, la loro infinita pazienza, soprattutto coloro che soffrono le conseguenze anche economiche della pandemia. Ringrazio gli studenti, le famiglie e gli insegnanti che sopportano il peso della chiusura delle scuole – ha aggiunto il premier -. Ringrazio gli operatori sanitari, le forze dell’ordine, le forze armate, la Protezione Civile e tanti altri lavoratori in prima linea per la loro incessante opera. Sono anche questi esempi di responsabilità civica e professionale, di cittadinanza italiana attiva che impongono al governo di moltiplicare ogni sforzo”.
“Nel piano di vaccinazioni, che nei prossimi giorni sarà decisamente potenziato, si privilegeranno le persone più fragili e le categorie a rischio. Aspettare il proprio turno è un modo anche per tutelare la salute dei nostri concittadini più deboli”. “Questo non è il momento di dividerci o di riaffermare le nostre identità – ha continuato il premier – Ma è il momento di dare una risposta alle tante persone che soffrono per la crisi economica, che rischiano di perdere il posto di lavoro, di combattere le disuguaglianze”
“Non voglio promettere nulla che non sia veramente realizzabile. Le mie preoccupazioni sono le vostre preoccupazioni. Il mio pensiero costante è diretto a rendere efficace ed efficiente l’azione dell’esecutivo nel tutelare la salute, sostenere chi è in difficoltà, favorire la ripresa economica, accelerare le riforme”.
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