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Covid, il 90% dei giovani vuole scappare dall’Italia: “Qui siamo sottovalutati”


In tutti i paesi del mondo grazie alla pandemia i cittadini hanno avuto e hanno tutt’ora meno voglia di trasferirsi all’estero per lavoro. Tutti, tranne uno: l’Italia. Infatti in controtendenza con il resto del globo, la pandemia ha portato gli italiani a sognare l’estero.

I lavoratori del nostro Paese, secondo un report di Boston Consulting Group, rispetto al resto del pianeta si dicono molto volentieri disposti a lasciare la terra natia. Lo scopo sarebbe quello di cogliere migliori opportunità fuori dai confini nazionali. Grazie alle possibilità offerte dal lavoro agile, il 70% ha fatto sapere di essere disponibile a lavorare da remoto per aziende straniere. Anche senza spostarsi dall’Italia.

Secondo, invece, lo studio di BCG e The Network, il primo di tre ricerche sugli effetti del Covid sull’occupazione, condotto su 209mila lavoratori in 190 Paesi del mondo, l’approccio alla mobilità internazionale dei talenti è cambiato profondamente negli ultimi anni.


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Il 90% dei giovani vuole scappare dall’Italia: “Qui, siamo sottovalutati rispetto all’estero”

La pandemia ha inoltre modificato le opinioni generali sul lavoro. La tendenza generale nel mondo è quella di spostarsi meno. Nel 2018 la quota era al 57,1% e nel 2020 al 50,4%, per una perdita di 13 punti percentuali rispetto al 2016. In Italia anche questo dato è in controtendenza.

Nel 2014 il 59% dei lavoratori italiani era disposto a lasciare il Paese. Nel 2020, invece, è successo qualcosa di straordinario. Il 90% dei lavoratori è diventato disponibile a trasferirsi alla ricerca di nuove opportunità, una quota molto alta e un’inversione di tendenza che, secondo lo studio, si spiegherebbe con la difficile situazione econo mica attuale.

Le città sognate e desiderate sono sempre le stesse. A livello globale gli Usa perdono lo scettro di destinazione preferita dai lavoratori. Così da scendere al secondo posto, dietro il Canada e a pari merito con l’Australia, a causa della gestione difficile della pandemia. Tra le città la Brexit non scalfisce l’appeal di Londra, che resta stabile al primo posto. Subito dopo troviamo Amsterdam, che dal 2008 al 2020 ha guadagnato tre posizioni. Al terzo posto un’altra sopresa: Dubai, che insieme ad Abu Dhabi, al quinto, segnala i cambiamenti in atto della geografia globale del lavoro.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”