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Covid: il distanziamento di un metro non evita il contagio


Dopo quasi un anno di distanziamento, più o meno praticato, arriva la notizia che non ti aspetti dai ricercatori.

Distanziamento di 1 metro? nessun fondamento scientifico

ll distanziamento sociale per bloccare il Covid19 non funziona.

Lo rende noto l’Università di Genova, spiegando che “l’attuale ignoranza circa la dimensione iniziale delle goccioline di saliva che accompagna le esalazioni umane (tosse, starnuti, ecc.) e che funge da veicolo per il virus , non permette di identificare una distanza capace di garantire sicurezza tra gli individui

La ricerca pubblicata su Scientific Reports dimostra proprio questo. Non c’è fondamento scientifico che colleghi la pratica di tenere un metro di distanza tra le persone e la difficoltà di trasmissione del virus.

“La mascherina è l’unico modo per essere al sicuro”, spiegano i ricercatori

La ricerca è frutto del lavoro di un gruppo multidisciplinare di scienziati. Esperti di fisica dell’atmosfera, dinamica dei fluidi e bio-fluidodinamica. Esperti appartenenti a 3 istituzioni: l’Università di Genova, Okinawa Institute of Science and Technology, Università Cote d’Azur e sezione genovese dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

È ormai un fatto assodato che il Covid-19 sia in gran parte causato dalla trasmissione per via aerea.

“Sono svariate le pubblicazioni scientifiche, tutte molto recenti, che dimostrano tale evidenza – spiega Andrea Mazzino, ricercatore e docente di fluidodimamica dell’Università di Genova – Gli esperimenti dicono che la dimensione delle goccioline emesse copre un grosso intervallo di variazione”

“Possono presentarsi goccioline di un millimetro e goccioline di meno di un micron (1/1000 di millimetro). Sebbene ci siano grosse discordanze nei risultati oggi disponibili nella letteratura scientifica, prosegue Mazzino, alla luce di tale meccanismo di contagio, il distanziamento è di fondamentale importanza per limitare la diffusione della malattia. La ragione di ciò è ovvia: le goccioline hanno un certo peso e prima o dopo cascano a terra”

Quella distanza non prevedibile

Il punto cruciale è conoscere al meglio la distanza a cui cadono la maggioranza delle goccioline.

Questo permetterebbe di identificare una fascia di rischio attorno alla persona infetta.

Ma questa distanza sembra non essere quella del metro, come suggerito dall’Oms. “Non esistono evidenze che dimostrino che il distanziamento di 1 metro sia sufficiente – dicono i ricercatori – il nostro studio utilizza modelli fisico-matematici che dimostrano che le linee guida Oms in fatto di distanziamento non hanno alcun fondamento scientifico”

Le tre ragioni per cui il distanziamento di 1 metro non ha fondamento scientifico

Sono tre le ragioni ne minano la fondatezza.

Primo: le goccioline di saliva emesse hanno raggi variabili in un intervallo molto ampio (dal micron al millimetro). Non è noto con sufficiente precisione come si distribuiscano tra le varie taglie.

Secondo: il range di variazione di grandezza e la loro distribuzione statistica si conosce solo approssimativamente. Per esempio, non si sa quante goccioline ci siano in un intervallo di raggi tra 1 micron e 2 micron, o intervalli simili all’interno di un’emissione.

Infine, l’incertezza di cui al punto precedente impedisce di fare previsioni univoche sulla distanza raggiunta dalle goccioline emesse. “Questo vale per un colpo di tosse, l’oggetto del nostro studio, ma riteniamo valga anche per le altre emissioni”, spiegano dall’università.

Quelle goccioline imperscrutabili…

Secondo i ricercatori, per prevedere il moto delle nostre goccioline serve conoscere non solo le equazioni del moto (note) ma anche la dimensione di partenza delle goccioline. La letteratura scientifica esistente su questo aspetto mostra dati molto discordanti” Ci sono studi che sostengono che il 97 % delle goccioline di saliva emesse hanno raggi inferiore al micron (e quindi sarebbero la stragrande maggioranza), altri autori riportano evidenze che siano il 45% delle goccioline a stare sotto la taglia del micron

Altri ancora non riportano evidenze di goccioline sotto il micron. Si va quindi dalla quasi totalità di gocce sotto il micron a nessuna.

“Sfruttando i migliori calcolatori oggi disponibili al mondo abbiamo dimostrato come tale incertezza sia la causa alla base dell’impossibilità attuale di fissare una distanza di sicurezza fondata su argomentazioni solide e quantitative”, sottolinea lo scienziato Mazzino.

Inoltre la potenziale maggiore o minore trasmissibilità è anche una questione di umidità. Non solo, anche di “preferenza” del virus verso di essa o verso un clima secco, altro dilemma che gli scienziati ad oggi non hanno ancora risolto.

“Serve un grosso sforzo per arrivare ad una convergenza di risultati sulla distribuzione iniziale delle dimensioni delle goccioline emesse durante un’espulsione (starnuto, tosse, parlare, cantare)” afferma Mazzino. “In assenza di ciò, il concetto di distanziamento per minimizzare il contagio appare evanescente”.

Per questo motivo, conclude lo scienziato, “solo la ricerca multidisciplinare (ingegneria, fisica, chimica, biologia) potrà svelare queste risposte ancora inevase, garantendo così la possibilità di attuare linee guida solide per la difesa da un nemico invisibile ma spietato”.


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A proposito dell'autore

Da 13 anni laureata in comunicazione e tecnica pubblicitaria. Dopo aver fatto diverse esperienze all’estero, ha deciso di fermarsi nella sua terra siciliana, collezionando anni di esperienza nel campo degli eventi e dell’organizzazione congressuale. Da pochissimo ha fondato una sua agenzia di eventi e comunicazione, la Mapi. E’ appassionata di moda, cinema e spettacolo. Ha un debole per le giuste cause e per i Mulini a vento. Il suo sogno? Coltivare e mantenere vivo l’entusiasmo per la vita e per ogni sua piccola forma e manifestazione. Da 13 anni sono laureata in comunicazione e tecnica pubblicitaria. Dopo aver fatto diverse esperienze all’estero, ho deciso di fermarmi nella mia terra siciliana, collezionando anni di esperienza nel campo degli eventi e dell’organizzazione congressuale. Da pochissimo ho fondato una mia agenzia di eventi e comunicazione, la Mapi. Sono appassionata di moda, cinema e spettacolo. Ho un debole per le giuste cause e per i mulini a vento. Il mio sogno? Coltivare e mantenere vivo l’entusiasmo per la vita e per ogni sua piccola forma e manifestazione.