Mezza Italia attende con il fiato sospeso i dati del monitoraggio Iss sulla pandemia di Covid. Oggi infatti le regioni conosceranno il colore che verrà assegnato loro a partire da domenica e non mancano le incognite. La sensazione è che saranno numerose le regioni che passeranno da gialle ad arancioni. La Sicilia, grazie ai dati sempre confortanti delle ultime settimane, confermerà il giallo come confermato nelle scorse ore dal presidente Musumeci. L’unico rischio concreto, di fatto, resta solo un lockdown su base nazionale.
Delle sei regioni a rischio arancione, quattro hanno annunciato di avere un Rt inferiore a 1 e quindi dentro l’area gialla. “Con i numeri attuali – ha annunciato il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga – resteremo in zona gialla”. Sulla stessa scia il governatore lombardo, Attilio Fontana. “A me sembra che la Lombardia possa rimanere in zona gialla“. “Anche se rimanessimo in zona gialla – le parole del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – dico comunque attenzione”. “La situazione è stabile – dichiara infine il governatore del Piemonte, Alberto Cirio -. L’Rt, seppur in lieve crescita, rimane comunque sotto l’1, quindi i numeri sono da Piemonte in zona gialla”.
L’Italia ancora nella morsa del Covid, oggi i dati del monitoraggio
Di contro spicca il caso della Valle d’Aosta, la prima regione candidata a diventare bianca a condizione che, per la terza settimana consecutiva, venga registrata l’incidenza di meno di 50 persone positive su 100mila abitanti. Inevitabile, invece, il passaggio in zona rossa dell’Abruzzo che fa già i conti con il lockdown delle province di Pescara e Chieti.
Il virus, intanto, continua a correre nel paese. Anche ieri l’Italia ha registrato oltre 10mila nuovi casi (13.762) e 347 vittime, con un tasso di positività che sale per il secondo giorno consecutivo, passando dal 4,1% al 4,8%. A pesare sui dati degli ultimi giorni sono le varianti sulle quali è cominciata l’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità. Il ministro Speranza valuta il ricorso a chiusure e limitazioni con zone rosse localizzate nelle province. L’ultima parola spetterà chiaramente al neo-premier Mario Draghi.
Infine il monitoraggio quotidiano dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Secondo quanto emerso, a livello nazionale continua a calare il numero delle terapie intensive occupate da pazienti Covid. Si tratta del 23%, 7 punti sotto la soglia critica del 30%. In controtendenza, però, i dati dell’Umbria dove il 59% dei posti in terapia intensiva è occupato da pazienti Covid. In situazione critica anche Abruzzo (33%), Friuli Venezia Giulia (34%), Marche (33%), Molise (31%) e la provincia di Bolzano (39%).