I contagi tornano a risalire in tutta Italia e per quattro Regioni come Lazio, Veneto, Sardegna e Sicilia, lo spettro della zona gialla si fa ogni giorno sempre più concreto. Questo perché si è già superato quota 50 casi settimanali per centomila abitanti, ovvero la soglia che, con l’attuale normativa, fa abbandonare la zona bianca per finire in quella gialla. Proprio la repentina crescita dell’incidenza ha portato Governo e Regioni ad avviare un confronto per rivedere i parametri, valutando di inserire anche quello del tasso di occupazione dei posti letto ospedalieri (particolarmente in terapia intensiva).
Il Lazio in particolare, a Roma casi quintuplicati in due settimane, arriva a un’incidenza di 54 casi per centomila. In forte crescita anche il Veneto, con incidenza di 54,5 per centomila, e la Sicilia, 56,5 per centomila. Ad avere però l’incidenza più alta è la Sardegna, 64,4 per centomila. Solo tre settimane fa avevano tutte incidenze intorno ai 10 casi per centomila.
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Nessun’altra Regione si avvicina ai 50 casi, ma alcune sono sopra i 30, il che con il ritmo attuale di crescita non mette al riparo dal rischio di ulteriore peggioramento: la Toscana è a 34,3, l’Umbria a 31,7, la Provincia di Trento a 30,3. “Tiene” ancora invece la Lombardia, che si assesta a 26,3.
In ogni caso le cose cambiano se si osserva, come detto, il dato dei ricoveri, in attesa delle decisioni del Governo in merito: le terapie intensive del Veneto ad esempio sono all’1,3% (una delle ipotesi sul tavolo è far scattare la zona gialla quando si supera il 5%, mentre la soglia da rischio “rosso” è il 30%), quelle del Lazio al 3%, la Sicilia è al 3,3% e la Sardegna all’1,4%. Numeri che eviterebbero il rischio di finire in giallo già con il monitoraggio di questo venerdì, ma va sempre ricordato che i ricoveri tendono a seguire di diversi giorni i contagi, anche se la speranza è che i vaccini, vera chiave di volta di questa fase, attutiscano l’impennata di contagi in maniera sostanziale.