Dopo lo scandalo dei dati falsati della pandemia in Sicilia, la Regione rischia di finire di nuovo in zona rossa. Allo stato attuale si ipotizza l’innalzamento della Sicilia dall’arancione al rosso, con qualche rischio per la Liguria.
In Sicilia relativamente alle giornate del 30 e 31 marzo sono 1673, per una media di 837 casi giornalieri, “dunque in linea con quelli comunicati nei giorni scorsi”. Ma resta il pericolo di un prolungamento delle restrizioni in Sicilia, anche dopo Pasqua.
La situazione delle Regioni italiane
In Emilia Romagna cala l’incidenza settimanale dei nuovi casi di coronavirus per 100mila abitanti che resta però ancora ben al di sopra della soglia di guardia (250). Per quanto riguarda l’incidenza settimanale dei singoli territori provinciali, il dato peggiore è 428 casi su 100mila abitanti di Forlì-Cesena (491 a Forlì e 371 a Cesena).
La Toscana rimarrà probabilmente in zona rossa per altre due settimane, fino al 12 aprile. “Quanto resterà in zona rossa la Toscana? Non lo so. Non voglio pronunciarmi – ha detto ieri il governatore Domenico Giani – su questi dati che in questo periodo sono assolutamente oggettivi”.
La Lombardia in zona rossa almeno fino all’11 aprile. Lo conferma è il governatore della Regione, Attilio Fontana. “Certi dati stanno sicuramente migliorando. L’Rt si è abbassato in maniera considerevole. Ma abbiamo ancora un po’ di valutazioni negative legate a occupazione di ospedali e delle terapie intensive”, spiega il presidente. Proprio per questi motivi, Fontana pensa che la Regione sarà in zona rossa “per tutta la settimana di Pasqua”, ma si augura che “una volta finito il periodo delle vacanze pasquali si possa ricominciare a respirare”.
Covid, la situazione nelle Regione italiane
La regione dovrebbe confermare l’arancione. “Oggi – ha spiegato il governatore della Liguria Giovanni Toti – abbiamo una Liguria che va a 2 velocità, con un’incidenza che nel savonese ha superato la soglia dei 250 contagi su 100 mila abitanti. Nell’imperiese non si è raggiunta ma i numeri sono indubitabilmente in crescita, mentre il genovesato, il Tigullio e La Spezia hanno valori decisamente meno preoccupanti, anche dal punto di vista della pressione ospedaliera. Se nei prossimi giorni non ci fosse un’inversione dei dati, che purtroppo non vedo al momento molto probabile, è possibile che per alcuni di quei distretti sanitari o per le intere province si possa pensare a un prolungamento delle misure ulteriormente restrittive, tenendo però naturalmente conto dei parametri nazionali per l’assegnazione delle zone per l’intera regione”.
Migliorano i dati in Umbria: “Oggi abbiamo solo due ‘colori’, rosso e arancione, altrimenti l’ Umbria sarebbe stata ‘zona gialla’. I numeri dicono questo”: ha sottolineato ieri la presidente della Regione Donatella Tesei.
In Puglia rimarrà la zona rossa: “Solo verso la fine di aprile potrebbe migliorare la situazione” e “difficilmente, subito dopo le festività pasquali, potremmo essere fuori dalla zona rossa”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Sanità Pier Luigi Lopalco durante i lavori della IV commissione consiliare. Aggiornando sulla situazione epidemiologica regionale, l’assessore ha evidenziato che “in alcune province si e’ in una fase di stabilizzazione, mentre in altre la curva continua a crescere”.