Efficacia Vaccino – Ogni annuncio di un vaccino per il coronavirus porta con sé grandi speranze ma anche grandi interrogativi.
Uno di questi riguarda la percentuale di efficacia che ci viene comunicata: 70%, 94,5%, 95%, questi numeri come vengono calcolati? E come funziona la sperimentazione?
Andiamo con ordine..
Attualmente sono “6 i candidati vaccini anti-Covid al fotofinish per l’approvazione”. A fare il punto è il sito anti-bufale ‘Dottoremaeveroche’, della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo).
“Ad oggi non sono ancora disponibili vaccini per Covid-19 ma molti studi sono in corso, alcuni in fase avanzata.
Per il vaccino sviluppato dalla società Moderna è stata depositata negli Stati Uniti la domanda per la autorizzazione d’emergenza – precisano gli esperti – Poi c’è il siero sviluppato dall’università di Oxford e della casa farmaceutica AstraZeneca. Il vaccino è in corso di valutazione in diversi paesi del mondo, dal Regno Unito al Brasile, Sud Africa e Stati Uniti”.
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A questi si aggiunge il vaccino Pfizer-BionTech, il primo vaccino presentato alla Food and Drug Administration (Fda) statunitense per l’autorizzazione all’uso di emergenza che ha avuto il via libera anche dall’agenzia britannica Mhra. Infine ci sono gli altri tre sviluppati da Johnson&Johnson, da Sanofi e da CureVac.
L’Italia ha già acquistato milioni di dosi di tutti e sei i vaccini (202 mln in totale) come ha spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza nella comunicazione al Senato sul piano vaccinale (AstraZeneca 40,38 milioni; Johnson&Johnson 53,84; Sanofi 40,38 ; Pfizer/Bnt 26,92; CureVac 30,285 e Moderna 10,768)
Ma quando un vaccino viene dichiarato ‘efficace’? Quando protegge la persona che lo riceve dalla malattia?
“Non esattamente – rispondo gli esperti – L’obiettivo principale di un vaccino dovrebbe essere quello di impedire alle persone di contrarre la malattia, ammalarsi gravemente e morire.
A questo riguardo, un sito molto popolare negli Stati Uniti ha ripreso una dichiarazione di Peter Hotez, un docente di particolare esperienza della National School of Tropical Medicine del Baylor College of Medicine di Houston: ‘Idealmente, si vuole che un vaccino antivirale faccia due cose:
in primo luogo, ridurre la probabilità di ammalarsi gravemente e andare in ospedale e, seconda cosa, prevenire l’infezione e quindi interrompere la trasmissione della malattia'”.
“Gli studi di fase 3 attualmente in corso non sono stati disegnati per dimostrare che i vaccini valutati siano efficaci per prevenire esplicitamente gli esiti gravi della Covid-19, come ricoveri ospedalieri, ricovero in terapia intensiva o decesso, precisano gli specialisti.
Inoltre, l’efficacia del vaccino non coinciderà con la sua capacità di interrompere la trasmissione della malattia”.
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“Ogni studio clinico, in particolare la fase 3, è sempre un atto di equilibrio tra esigenze diverse. Desiderando avere una risposta su un esito – come il ricovero in terapia intensiva – che si verifica con una frequenza di un decimo o un quinto della frequenza dell’esito primario – come un’alterazione febbrile o la tosse – sarebbe necessario uno studio 5 o 10 volte più ampio o 5 o 10 volte più lungo (di maggiore durata) per raccogliere quegli eventi.
Condizioni improponibili in un momento come questo, in cui è necessario sapere rapidamente se un vaccino funziona”, conclude il sito anti-bufale ‘Dottoremaeveroche’.