Non vaccinare adolescenti e i giovani sotto i 30 anni? “Non c’è alcuna ragione . Nel piano vaccinale questa popolazione è definita il secondo pilastro. Dopo aver messo in sicurezza la maggior parte dei vulnerabili sopra i 60 anni – e purtroppo una quota fra loro non hanno ancora preso appuntamento, non si sa per difficoltà logistiche o mancanza di volontà a farlo – è fondamentale proteggere adolescenti e giovani altrimenti il virus non verrà mai messo completamente al tappeto”. Lo ha detto, in un’intervista al Corriere della Sera, Guido Rasi, immunologo fino allo scorso novembre a capo dell’agenzia per i medicinali Ema e da marzo consulente del commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo.
Leggi anche: Asp Messina, una birra se ti vaccini: “Iniziativa diseducativa”
“È la fascia di popolazione – ha aggiunto – socialmente più attiva, quella che si muove molto, soprattutto in estate. In pratica, senza volerli colpevolizzare, i ragazzi sono i naturali diffusori, dunque è bene evitare che si infettino, tenendo anche conto che calerà l’attenzione sull’uso della mascherina e il distanziamento. Attualmente negli ospedali in percentuale sono aumentati i ricoveri di pazienti giovani. I contagi sotto i 18 anni sono il 23% del totale. Sotto i 30 anni il Covid è asintomatico o lieve ma i casi gravi esistono”.
“Il nesso causale non è stato dimostrato. È bene che per i nuovi vaccini ci sia una sorveglianza stretta e che si guardi con attenzione a qualsiasi fenomeno non spiegabile. Le miocarditi, l’infiammazione del muscolo cardiaco, oltre che rare sono benigne e guariscono con le terapie…”.