La pista di un lockdown duro su base nazionale sembra al momento impraticabile. Ma per cercare di stabilizzare l’andamento ondivago dei contagi da Covid, le regioni sono pronti ad vero “cambio di passo” intervenendo sulle norme che determinano i colori. Insomma, ciò che chiedono i governatori sono parametri più oggettivi e indennizzi immediati alle singole categorie già in sofferenza economica.
Il presidente della conferenza della Regioni, Stefano Bonaccini, ha dichiarato: “È necessario che i provvedimenti restrittivi regionali siano adottati con l’intesa del ministro della Salute”. Tuttavia l’ipotesi di una Italia tutta arancione con restrizioni omogenee per l’intero territorio nazionale, non piace a tutti. Al momento le aperture vengono solo da Toscana, Campania e Lombardia. Contrario Giovanni Toti, governatore ligure: “Il paese si aspetta di ripartire”, ha detto proponendo una zona gialla nazionale. Le Regioni vogliono un “deciso cambio di passo nella campagna vaccinale e per la ripresa economica”.
L’Italia tutta arancione, un rischio per la Sicilia
Il presidente della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini ha quindi dichiarato: “Occorre che le misure siano conosciute con congruo anticipo e tempestività dai cittadini e dalle imprese”. L’altra richiesta è che “per i provvedimenti che introducono restrizioni particolari per singoli territori si attivino anche contestualmente gli indennizzi per le categorie coinvolte“. Contrario all’ipotesi dell’arancione anche Matteo Salvini. “Basta con gli annunci, gli allarmi e le paure preventive”.
Intanto il governo è chiamato a una decisione sullo stop della mobilità tra Regioni previsto dal decreto in scadenza il 25 febbraio. L’intenzione, visti i dati, è quella di prorogare il blocco almeno fino la 5 marzo quando scade il dpcm. Il neoassessore al Commercio di Roma, Andrea Coia, avanzerà la richiesta di consentire la ristorazione anche serale in fascia gialla.