La notizia di ieri era che la Sicilia è ad un passo dall’essere territorio “Covid free“. Dalle parti della maggioranza parlamentare si sono susseguiti comunicati stampa trionfalistici che, a tratti, osannavano le virtù e le scelte oculate prese da Musumeci & C.
Dall’altra parte, le opposizioni, nel solito gioco delle parti rimangono di tutt’altro avviso arrivando a tacciare di negligenza la giunta regionale e accusandoli di aver sovrastimato l’emergenza con danni irreparabili all’economia regionale.
Noi, dal nostro punto di vista, ospitiamo l’opinione del Professor Francesco Cappello, docente dell’Università degli Studi di Palermo che, con la sua solita obiettività esprime un pensiero schietto ma che sarà condiviso dai tanti. Ve lo riportiamo così
Sinceramente sono ancora costernato per quanto è successo. Avevamo già l’impressione di essere governati da gente quanto meno superficiale, ne abbiamo avuto adesso la conferma. Ma, cosa ancor più grave secondo il mio modesto pensiero, a questo si aggiunge la totale mancanza di onestà intellettuale dei nostri politici al governo della Regione. Avrebbero dovuto pubblicare un post gigantesco con una sola parola, scritta a caratteri cubitali: SCUSATECI!
E invece hanno perso anche questa occasione, scrivendo un comunicato così arzigogolato per cercare di insinuare il dubbio che l’errore l’avesse compiuto qualcun altro e quindi scaricarvici di sopra la responsabilità dei propri errori. Tutto ciò ovviamente sta determinando una bagarre politica: le opposizioni non stanno perdendo tempo per attaccare il Governo. Come se la questione fosse stata diversa se a Palazzo dei Normanni vi fosse stata una maggioranza di un altro colore politico. Forse sbaglierò, però secondo me non sarebbe cambiato nulla perché certamente non sono stati né Musumeci né Razza a (stra)contare i tamponi positivi, ma alcuni funzionari scelti da loro e che – lasciatemelo dire – avranno raggiunto la loro posizione di comando certamente non (solo o tanto) per meriti professionali ma per altre tipologie di fattori, prevalentemente di tipo elettoralistico, ma probabilmente non solo.
E la pubblica amministrazione è piena di questi personaggi, da gente che dirige semplici uffici di periferia a direttori di grandi ospedali cittadini. Fin quando noi siciliani non pretenderemo una classe dirigente migliore (come? Lamentandoci molto e pubblicamente, attraverso i numerosi mezzi di “comunicazione di massa” che abbiamo a disposizione, e denunciando tutte le circostanze di mala gestione che passano sotto i nostri occhi e le nostre mani), chiedendo anche – laddove possibile – il demansionamento dei più incapaci, non potremo mai pretendere di essere governati da gente migliore. La politica è espressione della società: se non saremo noi i primi ad essere intellettualmente onesti, non avremo mai qualcuno in grado di rappresentarci con altrettanta onestà.
Perché tutti possiamo sbagliare, ma solo gli stupidi e/o i disonesti non capiscono quando è il momento di fermarsi e chiedere scusa.
non essendo mai stato applicato il piano per le pandemie varato nel 2009 nella regione Sicilia e rimasto nel cassetto, si e’ proceduto con la navigazione a vista per fronteggiare la pandemia mondiale in corso con inevitabili approssimazioni e qualche disservizio ma che comunque non ha dato esito a ripercussioni gravi sulla salute e la sicurezza sanitaria delle persone grazie alla professionalita’ e alla abnegazione del personale sanitario a cui va la gratitudine di tutti.
Certo se i disservizi accertati non si fossero verificati sarebbe stato meglio ma penso che questo evento mondiale gravissimo dobbiamo trarre immediato insegnamento ed indurci ad adottare tempestivamente il piano delle pandemie Nazionale e Regionale, affinche’ si possano affrontare con piu’ efficienza e meno disguidi eventi gravissimi di rilevanza mondiale.
Per quanto riguarda le critiche espresse del prof. Cappello alle persone che in atto esercitano funzioni pubbliche, spero in una elevazione della qualita’ della vita civile e democratica del nostro Paese e in una classe dirigente migliore con l’apporto delle Universita’, motori della Repubblica, affidandomi ai nostri giovani e alle generazioni future.