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Crollo del tetto a Scienze Politiche, Di Chiara: “Tragedia scampata”


«Tragedia scampata. Per fortuna, perché qualcuno in questi anni ha deciso che bisognava tagliare quanto più possibile i fondi all’istruzione, in particolare agli atenei con troppi fuori corso. I fuori corso hanno la testa dura, sono immuni ai traumi cranici». È così che Salvo Di Chiara, rappresentante al Consiglio nazionale degli studenti ha commentato ieri sul suo profilo Facebook la notizia del crollo di un soffitto presso la facoltà di Scienze Politiche di via Maqueda.

Come si legge su LiveSicilia, secondo l’ingegner Augusto Pedone, il motivo del crollo del solaio di copertura del terzo piano, costruito in legno e tegoli, potrebbe essere stato causato dal cedimento di un puntone di una capriata che ha poi trascinato tutte le altre capriate. Nessun danno a persone, anche perché nel mese di agosto la facoltà, nel pomeriggio, è chiusa.

Intanto la zona è stata transennata e chiusa al traffico «perché – conclude Pedone – per uno spanciamento dei muri perimetrali c’è il pericolo che crollino della massa cementizia e residui di capriate in legno».

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3 Risposte

  1. AV

    Salvo di Chiara parla senza sapere: l’area in questione è da anni chiusa al pubblico, quindi non ci sarebbe stata nessuna tragedia.

  2. MM

    Caro AV, fatto sta che adesso tutto l’edificio risulta inagibile e che comunque l’area in questione era raggiungibile facilmente da chiunque. Il commento di Salvo Di Chiara, chiaramente provocatorio, prendeva l’episodio come spunto per una riflessione più ampia, riguardante il taglio dei fondi alle Università non virtuose a prescindere dalle condizioni delle strutture. Con la riforma Gelmini infatti si è venuto a creare un circolo vizioso per cui gli Atenei non virtuosi lo saranno sempre meno con l’andare del tempo.

  3. AV

    Vorrei solo precisare una cosa. Sono uno studente, parlo con cognizione di causa. L’AREA NON ERA ASSOLUTAMENTE ACCESSIBILE.
    L’accesso principale è chiuso al pubblico da anni (io sono arrivato nel 2002). Un secondo accesso era possibile tramite un balcone, ma anche quello è stato chiuso da un paio di anni al momento della ristrutturazione di parte dell’edificio.
    Tramite questo secondo accesso, prima che iniziassero i lavori di ristrutturazione in altra parte dell’edificio, ho visitato più volte l’area in questione – l’ultima nel 2007 e in compagnia di un amico geometra – riscontrando come fossero già crollate le saette delle capriate e come, secondo il collega, il tetto si reggesse per miracolo.
    Il tetto ha ceduto proprio nel punto dove avevo riscontrato il crollo.