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Dad o in presenza: gli studenti Unipa hanno deciso, ecco cosa preferiscono


Sulla nostra pagina Instagram abbiamo lanciato un sondaggio per raccogliere l’opinione degli studenti sulla modalità di insegnamento che preferiscono.

Si pensava non dovessero esserci dubbi. Dopo quasi due anni di lezioni a distanza, di assenza di socializzazione, di contatto umano, di azzeramento della vita da studente. Tutti ci saremmo aspettati che i ragazzi non vedessero l’ora di tornare ad affollare (sempre con l’adeguato distanziamento!) le aule universitarie e i viali della cittadella di viale delle Scienze.

Leggi anche: Gli atenei tornano in presenza, ma gli universitari chiedono la Dad: “Rimanga per sempre”

Ecco cosa è emerso dal sondaggio su Instagram

Ma il sondaggio ha sorpeso anche noi. Alla domanda “voi cosa preferite tra lezioni in presenza e dad?” il 52 % dei nostri follower di Instagram ha risposto che preferisce la Dad.

Sarà che forse ci siamo troppo impigriti e abituati a starcene comodamente seduti nelle nostre stanze, magari in pigiama a seguire le lezioni, più o meno attentamente. Ma non riesco a credere che gli studenti di oggi davvero rinuncerebbero alle emozioni coinvolgenti delle lezioni frontali. C’è tutta una fenomenologia meravigliosa dello studente universitario. Che va dalla corsa ad accaparrarsi il posto migliore, alla possibilità di interagire con il docente, di assaporare quel trasferimento di conoscenze e di sapere, di divorare l’esperienza di chi ti sta trasmettendo concetti che ti aiuteranno ad affrontare la vita, a cercare un lavoro, a crearti una posizione.

Sono daccordo sul fatto che la Dad come modalità di insegnamento integrativa è molto utile per coloro che, materialmente, sono impossibilitati a frequetare le lezioni in presenza. Studenti lavoratori, diversamente abili, mamme impegnate con i bambini, studenti che a vario titolo non potrebbero presenziare alle lezioni.

Dad come metodo integrativo, ma l’università cos’è senza le lezioni frontali?

In questo senso penso che tutti possiamo concordare nel dire che la pandemia ha sdoganato il concetto di Dad e lo ha reso un metodo di insegnamento inclusivo. La Dad in alcuni casi ha davvero favorito e rafforzato il concetto di diritto allo studio. Ma in generale, a mio avviso, non può essere considerata alternativa all’insegnamento frontale.

In questi due anni l’innesto della didattica a distanza ha riavvicinato parecchi studenti, anche fuori corso, all’università, portando alcuni addirittura a fare lo sprint finale per la propria laurea. E queste sono le motivazioni che nel mondo universitario animano coloro che vogliono la Dad come strumento permanente. Con questa motivazione, ad esempio, prosegue anche la battaglia del gruppo “Universitari per la Dad integrata”. Da mesi vari gruppi sui social e in rete hanno combattuto a gran voce per portare avanti la loro richiesta.

Le relazioni del mondo univeristario ti preparano alla vita vera

Ma devo dire che il sondaggio mi ha stupita. Sarà che nella mia vita da studente universitario le lezioni sono state parte integrante del vissuto di quegli anni. E che la socialità universitaria per me è stata propedeutica a quello che poi mi ha fatto affrontare la vita, il lavoro, i rapporti sociali. Sarà per tutte queste motivazioni ma oggi quello che mi sento di dire agli studenti del post pandemia è: godetevi questi anni e assaporatene il lato più bello!

Seguite le lezioni, siate avidi di conoscenza, fate amicizia con i vostri colleghi, associatevi ai movimenti studenteschi, vivete la cittadella universitaria come fosse il vostro mondo. Ne trarrete giovamento e insegnamento e vi porterete questo bagliaglio di conoscenze, amicizie, emozioni ed esperienze per tutta la vita!

Fermo restando che per chi non può fare tutto questo la Dad è un’ottimo strumento. Io comunque spero diventi l’eccezione per includere gli studenti impossibilitati a partecipare alle lezioni, e non una regola.

Io, se fossi in voi (ah, quanto mi piacerebbe tornare ad essere uno studente universitario!) non starei nelle pelle all’idea al pensiero di tornare tra i banchi!

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A proposito dell'autore

Da 13 anni laureata in comunicazione e tecnica pubblicitaria. Dopo aver fatto diverse esperienze all’estero, ha deciso di fermarsi nella sua terra siciliana, collezionando anni di esperienza nel campo degli eventi e dell’organizzazione congressuale. Da pochissimo ha fondato una sua agenzia di eventi e comunicazione, la Mapi. E’ appassionata di moda, cinema e spettacolo. Ha un debole per le giuste cause e per i Mulini a vento. Il suo sogno? Coltivare e mantenere vivo l’entusiasmo per la vita e per ogni sua piccola forma e manifestazione. Da 13 anni sono laureata in comunicazione e tecnica pubblicitaria. Dopo aver fatto diverse esperienze all’estero, ho deciso di fermarmi nella mia terra siciliana, collezionando anni di esperienza nel campo degli eventi e dell’organizzazione congressuale. Da pochissimo ho fondato una mia agenzia di eventi e comunicazione, la Mapi. Sono appassionata di moda, cinema e spettacolo. Ho un debole per le giuste cause e per i mulini a vento. Il mio sogno? Coltivare e mantenere vivo l’entusiasmo per la vita e per ogni sua piccola forma e manifestazione.