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Dal junk love al Covid, cosa cambia?


Dal junk food al junk love

Il cibo è la prima forma di amore che ciascuno di noi sperimenta a partire da quando nasce. Spesso non è l’unica perchè col tempo se ne scoprono altre. Cosi come esistono cibi tossici per l’organismo, esistono relazioni d’amore altrettanto tossiche. Dal junk food al junk love il passo è breve. Tra un social e un altro, un selfie e un emoticon le relazioni spazzatura nascono facilmente. Metaforicamente parlando il nostro ex potrebbe essere paragonato ad una ciambella, familiare ma pieno di grassi, mentre un amore vero si potrebbe raggiungere grazie ad una sorta di “dieta detox” o “vegana”. Certi tipi di cibo danno dipendenza esattamente come certe dinamiche interpersonali.

Cosa ci rende davvero felici?

La prima cosa da fare in questi casi è chiedersi cosa ci rende veramente felici. Ora come ora con l’arrivo del covid, i decreti e tutte le restrizioni previste di conseguenza, alcune dinamiche sono mutate e “le relazioni mordi e fuggi” sono diminuite.
Tuttavia resta essenziale una domanda, perché non siamo capaci di dire di no a ciò che ci fa male?
Secondo il punto di vista dell’editrice americana di qualche anno fa, Joanna Coles, “le relazioni mordi e fuggi” sono il frutto della cultura dell’urgenza in cui non è previsto aspettare e rimandare.

Cosa cambia nelle relazioni post covid

Ci chiediamo se ora con l’arresto del ritmo frenetico che il covid ha determinato, sia ancora così… E pensando proprio ai tempi che stiamo vivendo e a tutti coloro che scelgono i rapporti di qualità, le donne in particolare cogliamo l’occasione per ricordare che nel 15% dei pazienti affetti da Covid-19 si riscontra la presenza del Coronavirus nel liquido seminale, e che questo può causare alterazioni nella produzione degli spermatozoi e infiammazione dei testicoli.

Se da un lato l’infezione potrebbe spegnere il desiderio sessuale, dall’altro non vi sono prove che il sesso giochi un ruolo nella trasmissione del Sars-Cov-2.
Queste sono alcune delle conseguenze che si possono verificare in pazienti maschi colpiti da Covid-19, secondo gli esperti della Società Italiana di Urologia (Siu). Al momento, osserva Rocco Damiano, ordinario di Urologia all’Università Magna Graecia di Catanzaro, “non esiste prova sulla trasmissione del coronavirus da spermatozoi a ovociti e dunque l’infezione non può oggi essere classificata come sessualmente trasmissibile”.

E’ ormai risaputo che il virus si trasmette attraverso i baci. Perciò le coppie ufficiali e ufficiose, nel caso in cui uno dei due abbia avuto il Covid, deve aspettare il secondo tampone negativo prima di potersi concedere di nuovo un rapporto. E’ evidente che in un contesto come questo il junk love è destinato ad estinguersi… Le coppie stabili o quelle che hanno puntato sulla qualità del rapporto ora avranno dei termini di paragone rilevanti in più su cui testare la relazione…Infatti “non c’è alcun meccanismo fisio-patologico che colleghi il Covid alla disfunzione erettile”, afferma Walter Artibani, segretario generale Siu.
Se il calo del desiderio non è causato dal covid quindi i reposnsabili potrebbero essere l’aumento di prolattina e i ridotti livelli di testosterone collegati, “oltre all’impatto sull’equilibrio psicologico dell’individuo”.


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A proposito dell'autore

Fabia Tonazzi si laurea nel 2011 in “Scienze dell’informazione” presso l’Ateneo Aldo Moro di Bari e da quel momento in poi decide di dedicarsi alla comunicazione e al mondo del social media consapevole del suo amore verso i libri e la scrittura.Dal 2011 in poi cominciano le collaborazioni con varie testate giornalistiche on-line oltre che radiofoniche per alcune emittenti come speaker. Giornalista pubblicista dal 2014 scrive sul suo sito www.passionevera.it intervistando cantanti, scrittori, artisti promuovendo la cultura.