C’è un logo con un grande sole che riempie le bacheche dei corridoi di tante facoltà italiane, gli striscioni di tante piazze straripanti di giovani, le cattedre e le scrivanie di seminari e convegni e, negli ultimi anni, anche i gruppi e le pagine dei social network.
Guidati da questo sole ci sono tanti giovani studenti che investono tempo per una Università migliore, non limitandosi al loro mandato sociale insito nel loro “status” di studenti, ma muovendosi e attivandosi per una Università (e quindi un futuro) migliore.
Accanto a questo sole ci sono tre sole lettere: Udu, ossia Unione Degli Universitari. Sì, perché dietro queste lettere e questa bandiera vi sono universitari, con i loro sogni per il futuro, i loro esami da dare, le loro lezioni da seguire, ma anche con il loro impegno per promuovere una fitta selezione di iniziative e per rappresentare in ogni istituzione universitaria (dal consiglio dei corsi di studio al consiglio d’amministrazione) i diritti degli studenti, senza condizionamenti e senza timori.
Ma perché Unione? Perché è questo che fa prima di ogni altra cosa l’Udu: unire gli studenti per obiettivi comuni.
Per far ciò ha creato una fitta e coesa rete di gruppi attivi in tantissimi Atenei d’Italia, guidati e collegati da un coordinamento nazionale e allo stesso modo creando una folta rete di gruppi di facoltà, guidati a loro volta da un coordinamento ed un esecutivo d’Ateneo.
È per questo che dal 1994 in Italia e dal 2000 a Palermo l’Udu è presente e attiva in tante facoltà e tantissimi corsi di laurea creando aggregazione, vertenze, iniziative culturali tutto con il fine di rendere il mondo universitario a misura di studente, attraverso un lavoro contestualizzato anno per anno rispetto alle esigenze e alle situazioni che la vita politica e sociale degli ultimi anni ha determinato.
Ciò che muove i ragazzi dell’Udu è la consapevolezza di rappresentare la componente più numerosa e importante dell’Ateneo: gli studenti, la risorsa più importante per il futuro del nostro Paese.
Per questo è importante che gli universitari rivendichino e ritaglino un importante spazio all’interno della realtà organizzativa universitaria, dando voce ai bisogni e alle esigenze degli studenti. Nel 2010 a Palermo l’Udu si è confermata un punto di riferimento importante per gli studenti, eleggendo un consigliere d’amministrazione (Marco Sucameli), un consigliere al Cus (Ignazio Geraci) ed un consigliere al Consiglio Nazionale degli Studenti (Orazio Puccio), oltre che tantissimi consiglieri di facoltà e degli studenti.
Anche nell’ultimo anno l’Unione degli Universitari ha raggiunto importanti risultati, arrivando come prima lista nelle elezioni di facoltà di Scienze della Formazione ed eleggendo numerosi consiglieri di corso di laurea nella facoltà di Economia.
L’università, però, è in continuo cambiamento e i ragazzi dell’Udu sono consapevoli che il loro impegno sarà necessario affinché le conseguenze di tali cambiamenti non diventino disagi per i propri colleghi, bensì risorse per vivere in un’università migliore.
Penso che gli articoli debbano essere revisionati, se non altro per una corretta fruizione…e per evitare di leggere la parola “importante” a ogni rigo!
beh, se dobbiamo parlare di corretta fruizione avresti dovuto scrivere “ad ogni rigo”!.
La regola generale che implica la d “eufonica”, ovvero quella che “crea” le forme ad e ed, dice testualmente che esse sono previste solo se a o e sono seguite da una parola che inizi per la stessa vocale.
Il non riuscire ad accettare le critiche (non focalizzate nemmeno sul contenuto), anche quando è palese che esse siano sacrosante (l’articolo è cosparso di refusi e parole ripetute senza sosta, persino la punteggiatura è discutibile!) è segno di forte chiusura mentale.
Detto ciò, vi lascio immersi in un delirio di onnipotenza che spero (per voi) non si tramuti mai in tremens.
Vi invito a rimanere in tema. Grazie.