Diletta Leotta e il bacio rubato: La conduttrice sportiva Diletta Leotta era stata fotografata in atteggiamenti intimi insieme a Ryan Friedkin.
Per Diletta Leotta è ormai acqua passata, in termini sentimentali, ma è tema attualissimo in fatto di vittoria davanti alla Giustizia. Si parla, infatti, di quando la conduttrice sportiva di Dazn venne paparazzata a baciare il figlio del magnate americano e proprietario della Roma, Ryan Friedkin. Il Garante della Privacy ha dato ragione alla futura mamma ed ha appioppato una multa salatissima agli autori dello scatto.
Diletta Leotta e il bacio rubato: La vicenda
Come racconta il Quotidiano Nazionale, era il 2021 quando Striscia La Notizia consegnò il Tapiro d’Oro a Diletta Leotta per un presunto tradimento di lei ai danni dell’allora compagno Can Yaman. Tutto nacque perché il settimanale Oggi pubblicò una foto proibita catturata da un drone aereo: l’immagine ritraeva la conduttrice sportiva mentre si scambiava un bacio con il magnate americano Ryan Friedkin. Intervistata da Valerio Steffelli, Diletta Leotta fu costretta a precisare che lo scatto risaliva al 2020 e che: «A 29 anni, se sei single, un limone te lo puoi anche concedere».
La conduttrice, però, infastidita dalla violazione della sua privacy, denunciò la vicenda al Garante della Privacy lamentando che: «Lo scatto era stato scelto apposta per indurre il pubblico a ritenere che fosse in atto un tradimento».
Diletta Leotta e il bacio rubato: La decisione del Garante della Privacy
Il Garante della Privacy ha dato ragione a Diletta Leotta perché: «L’interesse pubblico di un’informazione giornalistica non può giustificare la compressione del diritto al rispetto della vita privata di una persona, pur se personaggio pubblico» e inoltre: «La foto ritrae momenti di vita privata svoltisi in alcuni ambienti del suo appartamento sito a un’altezza (quarto piano) idoneo, in quanto tale, a far presumere un certo riserbo rispetto allo sguardo di chi si trovi a transitare sul piano strada». E dimostrano «un uso non corretto di “tecniche invasive” e quindi una raccolta di dati personali, anche strettamente privati, in violazione dei principi generali di correttezza e trasparenza». Gli avvocati del settimanale sostengono che sia stato utilizzato un obiettivo normale per scattare la foto. Tesi che il Garante non ha accettato decidendo per una multa salatissima che ammonta a 40 mila euro.